Zam 4.0 è stato sgomberato: meno di 72 ore di vita per lo spazio occupato di piazza Tito Lucrezio Caro. Tre blindati dei carabinieri e altrettanti della polizia hanno costretto gli attivisti del collettivo milanese ad allontanarsi dall'edificio Forma che, dopo un anno di abbandono, era stato occupato sabato scorso. Gli uomini della Digos (su disposizione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato ieri dal prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca ndr.) sono entrati nello spazio Forma – di proprietà dell'Atm, Azienda dei trasporti milanesi – di prima mattina, accompagnati all'interno dello stabile dagli stessi attivisti. Gli agenti hanno constatato che nei due giorni di occupazione nulla è stato danneggiato, semmai ripulito, nonostante nel fine settimana il collettivo abbia organizzato momenti ricreativi assieme ad esponenti di centri sociali di altre città d'Italia. È il ventiduesimo sgombero in appena tre anni della giunta guidata da Giuliano Pisapia: la stessa amministrazione comunale sostenuta in campagna elettorale dai collettivi studenteschi e dalla sinistra dei centri sociali oggi sfratta senza alcun tentativo di dialogo. Il messaggio è chiaro: nella capitale mondiale dell'Expo, venduta ai media come emblema d'accoglienza per i paesi esteri e le loro imprese, non c'è spazio per iniziative di autogestione.
Giunta Pisapia, in 3 anni ventidue sgomberi
In questi tre anni di amministrazione di sinistra il vento sarà pure cambiato, ma quei manganelli che tendono in una precisa direzione, teste e braccia degli studenti, ricordano scene di piazza di tempi passati. Lo testimoniano le tante immagini diffuse in rete, come quelle del 4 maggio 2013: per sgomberare gli studenti di Lettere e Filosofia che avevano occupato la storica libreria Cuem dell'Università Statale di via Festa del Perdono le forze dell'ordine in tenuta anti sommossa non sdegnarono l'utilizzo della forza. Un gesto che, in era Moratti, sarebbe sicuramente stato condannato da molti degli esponenti dell'attuale centro sinistra milanese, sindaco in primis, amministratori che invece oggi tacciono sulla mancanza di dialogo fra attivisti e istituzioni. Il risultato è l'inasprimento dei rapporti fra giovani e forze dell'ordine, con sgomberi che si concludono tra feriti da entrambe le parti, arresti e denunce agli studenti per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e travisamento. Gli stessi giovani che in città occupano spazi abbandonati e librerie chiuse a fonte della crisi economica per discutere di cultura e del dilagare di mafia e corruzione nella classe politica lombarda. Ma all'alternativa sociale, la Milano della giunta di Sinistra, risponde con le camionette della polizia in anti sommossa.