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Covid 19

Milano, operato con successo bimbo di 8 mesi affetto da Idrocefalo e positivo al Coronavirus

Un bimbo di appena otto mesi, affetto da idrocefalo, una patologia che comporta l’accumulo di liquidi nel cervello che, a lungo andare, rischiano di provocare gravi danni per via della pressione degli stessi, e positivo al Coronavirus, è stato operato nuovamente dai neurochirurghi del Policlinico di Milano che hanno ristabilito la sicurezza dell’organo. Questo è il primo caso al mondo di bambino così piccolo positivo al Covid che subisce un’operazione neurochirurgica.
A cura di Filippo M. Capra
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Un bimbo di appena otto mesi, affetto da idrocefalo, una patologia che comporta l'accumulo di liquidi nel cervello che, a lungo andare, rischiano di provocare gravi danni per via della pressione degli stessi, è stato operato nuovamente dai neurochirurghi del Policlinico di Milano, Marco Locatelli e Giorgio Carabba, dopo un primo intervento in cui gli erano state poste delle speciali valvole che avevano il compito di limitare lo stress da pressione a cui il cervello era stato sottoposto. Tali valvole, purtroppo, a inizio aprile avevano smesso di funzionare a pieno regime, costringendo i dottori ad optare per una seconda operazione.

Primo caso al mondo di intervento neurochirurgico su bimbo di 8 mesi affetto da Covid

Portato in pronto soccorso dai genitori, questi ultimi – come da prassi – sono stati sottoposti al tampone per verificare l'eventuale positività al Coronavirus, cosa che è effettivamente stata accertata. Lo stesso piccolo è risultato contagiato dal Covid. I chirurghi hanno quindi operato cercando di sistemare le valvole ma 48 ore più tardi hanno dovuto effettuare una terza operazione risolvendo del tutto il problema. Questo è il primo episodio di bimbo così piccolo contagiato dal Coronavirus sottoposto ad intervento chirurgico. Inoltre, le buone notizie non sono finite qua, perché il piccolo è successivamente guarito anche dall'infezione del virus. Il bimbo sta bene e il suo idrocefalo è nuovamente sotto controllo. L'infezione da Covid, però, è stata "una ulteriore difficoltà per i neurochirurghi", ha spiegato Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano, "per portare a termine un'operazione molto delicata su un bambino così piccolo". Questo perché i chirurghi hanno dovuto indossare, per evitare di restare contagiati, "tutti i necessari dispositivi di protezione anti-coronavirus che – continua Belleri – non solo ingombrano i movimenti, ma rendono molto più complicate tutte le manovre col bisturi in sala operatoria".

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