Milano, microchip ai gatti, veterinari a Sala: “Non potete multarci se non denunciamo chi non lo ha”
L'Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani) ha inviato una lettera al sindaco di Milano Giuseppe Sala, all'assessore Roberta Guaineri e al presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè, per chiedere la modifica di una parte della bozza in discussione del nuovo regolamento per la tutela e il benessere degli animali in particolare in merito all'obbligo dei microchip. Nello specifico, l'associazione contesta all'Amministrazione i commi 3 e 4 dell'articolo 6 che riguarda l'identificazione degli animali. Il comma 3 andrebbe a imporre ai veterinari di denunciare all'Ats, l'Azienda di Tutela della Salute, i proprietari degli animali domestici che si rifiutano di microchippare i propri amici a quattro zampe (da quest'anno l'obbligo è anche per i gatti oltre che per i cani) che porterebbe a una sanzione da 40 a 240 euro per il proprietario. Questo però, a detta dei medici, così come specificato nella lettera indirizzata al sindaco Sala, inficerebbe il rapporto con i propri clienti. Il comma 4, invece, riguarda direttamente i veterinari liberi professionisti ai quali verrebbe imposto di affiggere un cartello d'avviso ricordando l'obbligatorietà dell'installazione del microchip. La mancata esposizione del foglio comporterebbe una multa da 40 a 240 euro per i medici. Fanpage.it ha così contattato il presidente dell'Anmvi Francesco Orifici:
Presidente, avete già ricevuto un primo responso dal Comune?
Non ancora, ma speriamo di essere consultati prima che il regolamento venga approvato definitivamente. Ora è ancora in discussione visti i numerosi emendamenti quindi potrebbe volerci ancora un po' di tempo.
Cosa chiedete all'Amministrazione e in che rapporti siete?
Siamo in ottimi rapporti, abbiamo collaborato spesso con l'attuale Amministrazione con grande piacere, ma in questa occasione chiediamo un atteggiamento di tipo diverso nei nostri confronti che non comprenda sanzioni.
Perché vi opponete alle sanzioni anche in caso di mancata esposizione dell'avviso dell'obbligatorietà?
Perché siamo stati noi nel 2016 a proporre in Regione l'introduzione del microchip anche per i gatti per combattere il randagismo. Noi non giustifichiamo le eventuali sanzioni in caso di inadempienza, perché non c'è alcuna categoria sanitaria che venga sanzionata in caso di mancanza di applicazione di una direttiva, in ambito di liberi professionisti. La sanzione poi significherebbe cercare di arginare un'entità che ha già dato adito a delle illegalità, cosa che non ci riguarda in alcun modo perché il cartello è esposto a priori. Al contempo, non possiamo passare per inadempienti nel momento in cui qualcuno lo togliesse e noi non ce ne accorgessimo. È il principio sanzionatorio che è sbagliato.
Avete ricevuto l'appoggio di qualche forza politica?
Sì, qualcuno ci ha contattati ma noi non ne vogliamo fare una questione politica. Ovunque abbiamo avuto rapporti con le Amministrazioni, non ci è mai interessato che fossero di destra o di sinistra. Ci siamo sempre interfacciati serenamente e senza delegare a terzi le nostre "battaglie". Noi abbiamo mandato una lettera per un confronto diretto col Comune, senza chiedere ad altri di presentare emendamenti o farsi nostra voce all'interno della discussione.
Se l'Amministrazione non dovesse ascoltarvi?
Essendo per la legalità, ci atterremmo a quelle che sarebbero le direttive. A quel punto troveremo altre sedi per la nostra protesta, ma auspico veramente che il dialogo col Comune possa portare a risultati soddisfacenti.