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Milano, lo storico cinema Anteo compie 40 anni: festa con Salvatores, Nichetti e Soldini

Nel 1979 nasceva a Milano il cinema Anteo per iniziativa di tre giovani. Quarant’anni dopo la sala è entrata a fare parte della storia della città, è diventata “Palazzo del cinema” e si prepara a festeggiare con una giornata di programmazione speciale a 2 euro e 50 centesimi. Ospiti i registi Maurizio Nichetti, Silvio Soldini e Gabriele Salvatores.
A cura di Simone Gorla
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Un sogno iniziato nel 1979 da tre ragazzi intraprendenti, con in tasca pochi soldi racimolati dai parenti e voglia di costruire e qualcosa di nuovo. L'idea è quella di rilevare un cinema da cinquecento posti, in via Milazzo 9 a Milano. In un quartiere che oggi è nel pieno della movida, a due passi da Eataly e corso Como, ma allora era lontano dalle luci del centro. La nuova sala si chiama Anteo MusiCineTeatro ed è uno spazio polivalente. Ai tre fondatori, Lionello Cerri, Maurizio Ballabio e Raimondo Paci, negli anni si sono aggiunti nuovi soci. L'Anteo è diventato un "palazzo del cinema", un multisala di cinque piani con ristorante, bar, caffè letterario, senza perdere il suo spirito e la sua proposta culturale. Quella che è diventata un'istituzione milanese l'8 maggio compie quarant'anni e si prepara a festeggiare. "Sarà una giornata all'insegna dei festeggiamenti, in cui proporremo alcuni dei film più belli che abbiamo messo in programmazione in questi anni. Ci saranno incontri con gli autori, che sono sempre stati al centro della nostra idea", spiega Lionello Cerri a Fanpage. Protagonisti della giornata saranno Maurizio Nichetti, Silvio Soldini e Gabriele Salvatores che racconteranno il loro rapporto con l'Anteo maturato nel corso dei decenni, ma soprattutto i capolavori più amati dal pubblico milanese che saranno proiettati per tutto il giorno. Da "Io non ho paura" dello stesso Salvatores a "La pazza gioia" di Virzì. Da "Fa' la cosa giusta" di Spike Lee a "La stanza del figlio" di Nanni Moretti, e molti altri. Il tutto al prezzo "popolare", con i biglietti a 2 euro e 50 centesimi. "Compiere quarant'anni di storia porta tante sensazioni. Alla consapevolezza di stare invecchiando si accompagna la gioia di aver contribuito al percorso culturale di Milano", riflette Cerri,  "per noi compiere quarant'anni significa fare un bilancio di un'esperienza importante, frutto non solo dell'idea originaria dei fondatori, ma soprattutto da anni di storia in cui si sono aggiunti nuovi soci e collaboratori che hanno creato l'immagine l'Anteo come lo conosciamo.

L'Anteo e la città

"Oggi quello che ci interessa di più è il nostro posizionamento nella città di Milano. Abbiamo l'ambizione di essere un luogo di pensiero ampio, di respiro nazionale e internazionale, pensato per quel pubblico che è il nostro primo riferimento", spiega il cofondatore dell'Anteo. Il cinema nel corso degli anni ha aperto sempre più le porte a incontri, dibattiti, rassegne. Fino a diventare un luogo di riferimento per la Milano più "impegnata" (o "radical chic" per i detrattori). "La città in quarant'anni è cambiata, a mio parere in meglio, e con lei è cresciuta la proposta culturale che ha contribuito alla trasformazione di Milano. Anche il pubblico è cambiato, non solo dal punto di vista generazionale. Oggi vediamo la curiosità dei giovani che non hanno vissuto tutta la nostra storia, che si sono affacciati da poco al cinema ma che apprezzano una proposta di qualità e socialità, che non si basa solo sul mercato di massa".

Da Wim Wenders a Green Book

La continuità con il passare dei decenni è data dalla scelta dei film. "Abbiamo iniziato con il nuovo cinema tedesco e il cinema indipendente italiano – ricorda Cerri -. Ci sono rimasti nel cuore film nati con noi come "Alice nelle città" di Wim Wenders e "Pane e tulipani" di Silvio Soldini, titoli che poi ci hanno seguito negli anni". Oggi il percorso continua con film di rottura rispetto al passato. Tra i più recenti "Tre manifesti a Ebbing, Missouri", "La forma dell'acqua" e "Green Book". "Film che oggi sembrano più facili da sdoganare rispetto a quelli con cui siamo partiti nel 1979, ma che permettono di intercettare un pubblico più allargato e trovare nuove strade e una nuova diffusione".

Una nuova idea di cinema

Mentre in tutto il mondo cinema e teatri arrancano per tenere testa al calo delle presenze, ora accentuata dall'invasione della tv on demand, nel 2017 l'Anteo si è allargato: da 4 a 11 sale su 5.500 metri quadrati. Qual è il segreto? "Oggi bisogna pensare a una sala nuova, un'idea completamente diversa rispetto a quella con cui abbiamo cominciato. Si cerca l'interscambio tra diverse discipline per sommare, per esempio, il pubblico che ama la musica con quello che è appassionato di letteratura. Platee simili che possono trovare un punto di incontro. In questo senso il ruolo della sala è speculare e formativo, un luogo per approfondire e studiare, ma senza diventare una rottura di scatole, anzi con divertimento. Ci sta a cuore avere creato luoghi di aggregazione e di incontro, di scambio e di commozione. Questo è l'asset più importante per noi".

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