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Milano, liste d’attesa troppo lunghe: l’Asl apre le porte ai centri privati

Mai più liste d’attesa interminabili: l’Asl di Milano apre le sue porte ai centri privati, tramite un bando a cui potranno partecipare tutte le strutture autorizzate dal servizio sanitario pubblico, ma non ancora contrattualizzate.
A cura di Federica Gullace
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L’azienda sanitaria locale di Milano apre le porte ai centri privati. Le attese paragonabili a odissee, troppo spesso oltre i tempi massimi prefissati per ottenere una visita medica di qualsiasi tipo, non saranno più un problema. Dopo le innumerevoli denunce di tempi lunghissimi – da settimane per una mammografia a due mesi per una colonscopia fino ai 40 giorni per una visita agli occhi – l’Asl di Milano ha così deciso di rivolgersi ai privati, tramite un bando a cui potranno partecipare tutte le strutture autorizzate dal servizio sanitario pubblico, ma non contrattualizzate, e nelle quali fino ad ora non venivano fatte visite ed esami, di qualsiasi genere, con il ticket.

Alle strutture vincitrici fondi fino a due milioni di euro

Come previsto dalla nuove regole di sistema per il 2015, varate prima di Natale da Mario Mantovani, assessore regionale alla Salute, il direttore generale dell’Asl Walter Locatelli ha così firmato la delibera per il bando di concorso: "Metteremo a bando prestazioni per una cifra tra uno e due milioni di euro". Entro il 10 marzo, termine del bando, si sapranno i nomi delle strutture vincitrici, che otterranno così parte dei fondi, in modo da poter offrire le prestazioni negli ambiti più problematici in cui le code sono troppo lunghe. In particolar modo, 14 le specialità, come l’oculistica, la riabilitazione, la cardiologia, l’oncologia.

Per quanto riguarda tutte le altre strutture milanesi, private o pubbliche che siano, anch’esse potranno avere soldi in più, a seconda dei risultati ottenuti: chi riuscirà ad accorciare le liste d’attesa potrà difatti avere finanziamenti maggiori. Insomma, un problema preso a cuore da Palazzo Lombardia da tempo, ragion per cui la Lombardia ha inoltre deciso di avviare un monitoraggio delle liste d’attesa di tutti gli ospedali della regione, inserendo meccanismi premiali sia per le strutture che per i manager, con il rischio di decurtazione del premio annuale nel caso in cui le code risultassero ancora troppo lunghe.

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