Milano, l’ex sindaco Albertini giustifica Montanelli: “Ormoni da ariano, non poteva rimanere casto”
Torna a parlare l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini e lo fa in occasione delle polemiche e gli atti vandalici scaturiti dal movimento di protesta "Black Lives Matter" che ha portato all'imbrattamento della statua di Indro Montanelli nei giardini a lui dedicati a Porta Venezia a causa dei suoi trascorsi con una minorenne africana. L'ex primo cittadino milanese ha dichiarato che, a suo avviso, "Montanelli ha fatto il meglio che poteva fare in quella situazione".
Albertini: Poteva non fare niente e condannarsi alla castità? Nessuno ha quella disciplina
Albertini spiega che "un giovane ufficiale di 25 anni, in una guerra coloniale, aveva due alternative: o lo stupro, o la prostituzione. Oppure quello che ha fatto lui". Ovvero sposare una bambina ed averci rapporti sessuali come se nulla fosse. Ma, anche su questo, Albertini difende il giornalista: "Poteva non fare niente e condannarsi alla castità? Con gli ormoni di un ufficiale ariano puro con gli occhi azzurri e i capelli biondi, molto agognato dalle giovani del posto avrebbe potuto fare questo, ma penso che nessuno si sarebbe assoggettato a una disciplina così rigorosa se non un mistico, ma non un militare". Questo il commento raggelante di Albertini che pare quasi ridurre a sciocchezzuola di poco conto il comportamento tenuto da Montanelli. D'altro canto, invece, sono state le dichiarazioni di Beppe Sala, attuale sindaco milanese, che, seppur non rispettando quanto fatto da Montanelli, ha argomentato la sua scelta di non rimuovere la statua nei giardini di Porta Venezia spiegando che l'ex direttore del Giornale ha rappresentato molto per l'Italia nel corso della sua carriera. Spiegazione che può non soddisfare molti, ma quantomeno non giustifica il comportamento del giornalista ai tempi del colonialismo.