Milano, il 25 aprile ai tempi del Coronavirus in una piazza del Duomo completamente deserta
Il 25 aprile come Milano non l'aveva mai visto. In una piazza del Duomo completamente deserta, fatta eccezione per la presenza delle forze dell'ordine, i soccorritori del 118 e il classico stormo di piccioni, non si sono consumati i tipici festeggiamenti per la Festa della Liberazione italiana dal nazifascismo, per la quale quest'anno ricorre il 75esimo anniversario. Nessun palco montato, nessun manifestante che intona Bella Ciao. Il silenzio. A dare un po' di speranza, ancora una volta, è la solita scritta che accompagna da ormai due mesi lo Stivale: "Andrà tutto bene", scritto su un cartellone dell'edicola al confine con la Galleria, rigorosamente con le serrande abbassate. Il 25 aprile ai tempi del Coronavirus, oggi, piazza del Duomo l'ha vissuto così. Orfana dei figli dei figli di chi ha conquistato la libertà e dell'omaggio che per sempre gli sarà riconosciuto.
Eppure la città non è rimasta in silenzio. I cittadini hanno cantato, eccome, dai balconi. L'appuntamento era per le 15 per intonare il canto della Resistenza, quella Bella Ciao che è motivo di orgoglio per un intero popolo. Da nord a sud, da est a ovest. A metà pomeriggio in tutta Milano sono riecheggiate le parole dello splendido inno alla libertà che solitamente accompagnano la manifestazione da corso Venezia sino all'ombra della Madonnina. Con i cittadini, anche il sindaco Beppe Sala si è sporto dal balcone di Palazzo Marino per intonare i versi di Bella Ciao, accompagnato dal chitarrista di Jovanotti, Saturnino. Se da un lato il Coronavirus ha costretto alla rinuncia dei festeggiamenti in piazza, non ha certamente rallentato l'entusiasmo mai domo di una città per cui tutti i giorni è il 25 aprile.