Milano, i negozi di abbigliamento perdono 375 milioni di euro all’anno a causa di furti e resi
Uno studio condotto da Crime&Tech, spin-off dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha cercato di stabilire a quanto ammontano le perdite annue per i retailer europei del settore dell'abbigliamento. Ciò che emerge da "Retail Security in Europe. Going beyond Shrinkage", questo il nome della ricerca, è che ogni anno i negozi che si occupano della vendita di vestiti perdono circa 375 milioni di euro, una cifra importante che non deriva unicamente dai furti, ma anche dalle restituzioni dei prodotti difettosi. Per prodotti difettosi non si intendono però quei capi che una volta indossati per un'occasione speciale vengono poi furbescamente restituiti al negozio con l'etichetta ancora intatta per ottenere il rimborso, questa pratica fraudolenta, definita wardrobing, non rientra infatti nello studio in questione.
Furti nei negozio di abbigliamento: i capi più rubati
Un altro dato che emerge da questa particolare ricerca è che i periodi più gettonati per i furti in negozi di abbigliamento sono quelli in concomitanza con il lancio di nuove collezioni, festività e fine settimana. Gli articoli più rubati sono i pantaloni, seguiti da pullover e camicie. Lo studio ha stabilito inoltre che le differenze inventariali corrispondono all'1,5% del fatturato del 2017. Mentre si pensa a studiare delle tecniche, come la recente R-Turn Tag, studiata per contrastare proprio i resi fraudolenti: si tratta infatti di un'etichetta visibile e non removibile che dovrebbe impedire il wardrobing.