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Degrado in via Adriano 60, il vicesindaco De Cesaris attacca l’Aler

Pochi giorni fa nella zona la tragica morte di un immigrato. L’esponente della giunta Pisapia contro l’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale: “Sono due anni che chiediamo di poter prendere in carico l’area per una bonifica. Ma l’Aler non risponde”.
A cura di Ester Castano
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È servito il corpo inerme di un ragazzo di trent'anni per riaccendere i riflettori sul degrado in cui versa la scuola abbandonata di via Adriano al civico 60. Si tratta di Moustafa E.A., in Italia senza permesso di soggiorno e con precedenti per droga e furto. Secondo le prime ricostruzioni il giovane, proveniente dal Marocco, sarebbe morto cadendo dalla finestra del terzo piano ai piedi delle scale esterne all'edificio che danno accesso ai sotterranei della scuola. Lo hanno trovato la scorsa notte le forze dell'ordine su segnalazione di una telefonata anonima al centralino del 118: una persona dall'accento straniero avrebbe riferito di una lite all'interno del plesso scolastico, situato in uno dei quartieri periferici più difficili della città. Sul caso indaga la Squadra Mobile di Milano, anche se non si esclude che potrebbe trattarsi di un incidente. Il vicesindaco e assessore all'Urbanistica Lucia De Cesaris accusa il gestore dell'edificio: “Questo degrado è il risultato dell'inadempienza di Aler, tentata da operazioni immobiliari inutili e senza futuro”. Incustodito e lasciato all'incuria dall'Azienda Lombarda Edilizia Residenziale, l'edificio ospita ogni notte senza tetto provenienti da varie parti del mondo.

Al Palo la riqualificazione del quartiere Adriano, Zona 2 di Milano

Quella della riqualificazione del quartiere Adriano, zona 2 di Milano, sembra essere una storia infinita: iniziata nel 2005 ha vissuto molti intoppi. Per la crisi, per mancanza di volontà politica. A farne le spese sono i cittadini, spesso esasperati, di quella che in città sembra essere considerata una periferia di serie b. La Giunta Pisapia ha dato il via alla sistemazione strutturale dell'area: pulizie del verde, le buche delle strade sono state in parte appianate e la promessa di un incremento di affluenza dei mezzi pubblici. Ma riqualificare il plesso scolastico in cui la scorsa notte si è consumata l'ennesima tragedia di povertà, a detta del vicesindaco De Cesaris, non è così semplice: “Se Aler desiderasse avviare una reale svolta a beneficio della cittadinanza dovrebbe vendere l'ex scuola al Comune: in questo modo dimostrerebbe di avere un interesse per il territorio e per il sociale, e non solo per operazioni immobiliari inutili come troppo spesso accade”. Quella che si è presentata oggi agli agenti di polizia al civico 60 è infatti una situazione irreale: alcune aule della scuola sono arredate con mobilia di fortuna, per qualcuno l'edificio scolastico di via Adriano è sinonimo di casa. Nonostante lo sporco, l'aria che sa di muffa e il pavimento pericolante.

Il vicesindaco De Cesaris contro l'Aler

“È da due anni che chiediamo di poter prendere in carico l'area. Non più di due settimane fa abbiamo incontrato la segreteria tecnica di Aler proponendo che sia il Comune a gestire la bonifica che l'azienda, più volte sollecitata, non ha mai adempiuto – dichiara De Cesaris – a Milano per molti anni Aler ha tentato di fare l'immobiliare: invece di progetti casa per il bene comune ha fatto edilizia libera e via Adriano 60 è uno di questi casi. Inizialmente c'era stata una sorta di collaborazione per la gestione dell'immobile: da tempo vorremmo acquisire lo stabile e realizzare un nuovo Centro scolastico, rispondendo così all'esigenza del quartiere. Abdicando alla funzione sociale, che dovrebbe invece caratterizzarla, Aler non accetta che se noi ci dovessimo prendere il carico della bonifica per realizzare una nuova scuola loro non potrebbero mantenere le stesse volumetrie di oggi. E quindi preferiscono un edificio degradato”. Paradossalmente, infatti, le famiglie del quartiere non hanno una scuola media in cui mandare i propri figli, pur dovendo sopportare ogni giorno la presenza sotto casa di un edificio abbandonato in cui regna la sporcizia. E in cui, nel peggiore dei casi, un giovane di 30 anni perde la vita.

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