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Milano, condannato per razzismo il sindaco di Albettone: “Gli extracomunitari non li vogliamo”

Il sindaco di Albettone, Comune Veneto, è stato condannato per comportamento discriminatorio e incitamento all’odio razziale nei confronti dei migranti e dei rom dal Tribunale civile di Milano. Joe Formaggio ha pronunciato frasi razziste in radio durante la trasmissione de La Zanzara. Dovrà risarcire di 12mila euro le due associazioni che lo hanno denunciato.
A cura di Alessia Rabbai
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Foto dal profilo Facebook di Joe Formaggio
Foto dal profilo Facebook di Joe Formaggio

"Gli extracomunitari non li vogliamo, qui siamo razzisti". Queste le parole di Joe Formaggio, sindaco di Albettone, un piccolo Comune in provincia di Vicenza pronunciate alla radio durante la trasmissione La Zanzara. Affermazioni che gli sono costate la condanna per comportamento discriminatorio e incitamento all'odio razziale nei confronti dei migranti e dei rom. La decisione è stata stabilita dal Tribunale civile di Milano, dopo il ricorso delle associazioni legali di Milano Avvocati per niente e Asgi – Associazione studi giuridici sull'immigrazione: il sindaco dovrà risarcirle di 12mila euro. Le due associazioni avevano denunciato il sindaco Veneto dopo che si era opposto con frasi razziste alla possibilità che alcuni richiedenti asilo potessero occupare abitazioni nel Comune di Albettone.

Razzismo: condannato il sindaco di Albettone

Goe Formaggio in risposta all'ipotesi che il prefetto si Vicenza avesse individuato un'area per ospitare extracomunitari o rom ha detto: “O le muriamo o le riempiamo di merda; dimmi cosa viene a fare un immigrato ad Albettone che rischia la pelle. Lo devono capire che siamo razzisti” aggiungendo poi che “le persone di colore hanno un quoziente di intelligenza “molto più basso, lo dimostra la storia; esportiamo cervelli e importiamo negri, pensa dove andremo”. E ha continuato: “Facciamo il più grande allevamento d’Europa di maiali se dovesse essere che vogliono aprire una moschea ad Albettone”. Commenti razzisti anche sui rom: “I nomadi delinquono. Loro ce l’hanno nel Dna. Io ho già preparato delle delibere che prima di mandarmi qualsiasi profugo il prefetto deve dirmi come si chiama e che malattie ha avuto nella sua vita e noi ti aspettiamo col fucile in mano”.

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