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Milano, cocci di bottiglia contro il palazzo di Silvia Romano: indaga la polizia scientifica

La polizia scientifica è intervenuta in via Casoretto nel palazzo dove abita Silvia Romano per effettuare rilievi su alcuni cocci di bottiglia trovati sul balcone dell’appartamento al piano di sotto rispetto a quello dove vive la famiglia della cooperante milanese. Non è chiaro se i vetri siano stati scagliati dalla strada verso la finestra o se siano caduti dall’alto.
A cura di Simone Gorla
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Cocci di bottiglia contro la casa di Silvia Romano a Milano. Questo pomeriggio la polizia scientifica è intervenuta in via Casoretto per effettuare dei rilievi su alcuni vetri rotti trovati, secondo quanto riporta l'agenzia Agi, trovati sulla finestra dell'appartamento della cooperante, tornata da pochi giorni dopo un rapimento durato 18 mesi, ma sul davanzale di un appartamento al primo piano.

Cocci di bottiglia su finestra del palazzo di Silvia Romano

La polizia sarebbe stata chiamata dall'inquilino che abita nella casa sotto quella della famiglia Romano, che ha trovato dei cocci di bottiglia sul balcone senza sapere da dove provenissero. Il materiale è stato prelevato dagli agenti per essere esaminato. È da chiarire se i vetri siano stati lanciati dalla strada verso la finestra dei Romano, o siano caduti accidentalmente dall'alto. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire l'accaduto, supportati anche dagli agenti della Digos che sorvegliano la zona fin dal ritorno a casa della 25enne. La zona è presidiata da giorni, oltre che dalle forze dell'ordine, anche da molti giornalisti e un eventuale atto violento non passerebbe facilmente inosservato.

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Applausi per la liberazione, poi le minacce

La liberazione di Silvia Romano e il suo ritorno a Milano sono stati accolti nei giorni scorsi da applausi sui balconi e campane a festa nel quartiere. La gioia per la fine dell'incubo del sequestro durato un anno e mezzo, dopo che era stata prelevata dal villaggio di Chakama, in Kenya, il 20 novembre 2018, è stata funestata dalle polemiche per la conversione della giovane, che ha comunicato di essere diventata musulmana e di aver preso il nome "Aisha". Sui social le immagini del suo sbarco a Roma in abiti tradizionali somali sono state commentate da migliaia di persone anche con insulti e  minacce, tanto che le autorità hanno ipotizzato di assegnarle una sorveglianza per garantire la sua incolumità.

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