Milano, bimbo torturato e ucciso dal padre: prima udienza del processo rinviata al 3 giugno
È stata rinviata al prossimo 3 giugno la prima udienza del processo a carico di Alijca Hrustic, il 25enne di origini croate che deve rispondere delle accuse di omicidio volontario, tortura e maltrattamenti in merito all'omicidio del figlio. Il piccolo Mehmed a soli 2 anni fu ritrovato senza vita nell'appartamento di famiglia a Milano, in via Ricciarelli in zona San Siro il 22 maggio del 2019. Lo scorso 19 febbraio la notizia del rinvio a giudizio per l'uomo il cui processo avrebbe dovuto avere inizio proprio oggi, lunedì 27 aprile: invece è giunta al decisione del presidente della Corte d'Assise milanese, Ilio Mannucci Pacini che ha rinviato d'ufficio l'udienza al prossimo 3 giugno: "Quel giorno ci sarà la costituzione delle parti, l'ammissione delle prove e la calendarizzazione del processo".
Il maltrattamenti e le torture, poi la morte del piccolo Mehmed
Alija Hrusic, nato a Firenze, ma di origini croate, è stato fermato alcune ore dopo la morte del piccolo Mehmed. È stato lui a chiamare i soccorsi all'alba del 22 maggio raccontando ai medici che il figlio stava male prima di darsi alla fuga portando con sé le altre sue due figlie. Quando i medici sono intervenuti nell'appartamento di via Ricciarelli a Milano, hanno trovato il corpo del bimbo, ormai privo di vita, pieno di lividi. I piedi erano fasciati, forse per via di alcune bruciature inferte con un accendino sotto la pianta dei piedi mentre aveva una costola rotta per via di un calcio sferrato dal padre. Il 25enne è stato arrestato poco dopo in un appartamento in zona Giambellino dove si era rifugiato: alle forze dell'ordine ha confessato subito l'omicidio del figlio, raccontando di non riuscire a dormire, di aver fatto uso di droghe e poi di aver picchiato il piccolo.
Una versione contro la quale sono emersi nei lunghi mesi di indagine diversi elementi, a partire dall'autopsia effettuata sul corpo di Mehmed che ha evidenziato come il piccolo fosse in realtà oggetto delle botte del padre da tempo: stando a quanto emerso dall'autopsia infatti il bambino fu torturato per un'intera notte con bruciature di sigarette, calci e pugni, e bruciature ai piedini, inferti proprio dal padre, prima del decesso giunto all'alba a causa di alcuni colpi alla testa.