Milano, affissioni abusive: Pisapia paga multa di 28mila euro (anziché 424mila)

"Un anno netto dello stipendio da sindaco". È quanto il primo cittadino di Milano Giuliano Pisapia dovrà pagare per l'infrazione commessa in campagna elettorale 2012 riguardante le affissioni abusive. 135 verbali da 206 euro l’uno più le spese di notifica è l'ammontare della sanzione attribuita all'allora candidato sindaco per aver trasgredito all'obbligo di non diffondere manifesti elettorali prima che gli spazi fossero assegnati. Si tratta della ragguardevole somma di 27mila 975 euro, una cifra molto più modesta dei circa 424mila euro attribuiti inizialmente al sindaco del capoluogo lombardo. Alcuni verbali sono stati, infatti, revocati in quanto non è stata accertata dalla Polizia locale una reale responsabilità per l'affissione abusiva. Tuttavia, l'attribuzione delle multe ha generato non poche perplessità da parte del sindaco Pisapia: due sezioni della stessa amministrazione, il settore Pubblicità e quello della Polizia locale hanno dato valutazioni opposte in relazione alla stessa vicenda. Per questo il primo cittadino prefigura, in futuro, la possibilità di istituire una "commissione di garanzia" per le multe elettorali.
Anche diversi consiglieri, assessori e candidati non eletti hanno ricevuto le ingiunzioni di pagamento, firmate dal Direttore centrale per la Sicurezza Tullio Mastrangelo per una cifra è scesa di poco più di 2 milioni, ridimensionata con l’archiviazione di 466 verbali. È l'esito di una lunga battaglia condotta nell'amministrazione dal consigliere comunale Marco Cappato, del partito dei Radicali, in prima linea per la trasparenza come ammette lo stesso sindaco: "Per la prima volta in Italia un’amministrazione non ha fatto andare in prescrizione le multe elettorali: lo avevamo promesso, ma di certo sono servite anche le sollecitazioni di Cappato".
Lo stesso cappato si chiede però quale sarà la sorte delle multe revocate ai singoli candidati perché attribuita al partito la responsabilità dell'affisione. Se l'importo non venisse trasferito dal candidato al partito, spiega Cappato, "andrebbero persi diversi milioni di incasso".