Milano, accesso abusivo al sistema Rousseau dei Cinque Stelle: indagato un ragazzo
Un giovane di 26 anni è ufficialmente indagato dalla Procura di Milano per accessi abusivi alla piattaforma informatica dell'Associazione Rousseau, utilizzata dal Movimento Cinque Stelle per gestire le proprie attività politiche. Le indagini, che duravano da settimane, si riferiscono ad accessi abusivi realizzati la scorsa estate: ed oggi è arrivato il decreto di perquisizione ed ispezione informatica emesso dalla Procura della Repubblica di Milano per conto del giovane, risultato essere un 26enne veneto, che ora risulta formalmente indagato dalla stessa Procura della Repubblica meneghina, per i reati di accesso abusivo a sistema informatico.
Non si fermano però gli accertamenti da parte delle forze dell'ordine, che con il supporto del Centro Nazionale per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, stanno continuando ad indagare per individuare altre persone ed ulteriori responsabilità nelle intrusioni informatiche compiute alla piattaforma informatica Rousseau.
La "violazione" della piattaforma Rousseau non è purtroppo una novità: lo scorso anno un pirata informatico aveva prima creato e poi distrutto un portale vero e proprio dove ne preannunciava i rischi di violazione, rubando i dati sulle votazioni online e le password stesse degli utenti. Il tutto, nemmeno ventiquattro ore dopo l'inaugurazione del rinnovato sistema operativo adoperato dal Movimento Cinque Stelle. E già allora vi furono fortissime polemiche. A settembre, poi, vi erano stati problemi al sistema, costringendo a prorogare le votazioni online. Così come appena poche settimane fa, quando il garante della privacy, al termine di un'istruttoria aperta proprio la scorsa estate in seguito agli episodi di violazione del sistema informatico, aveva deciso di adottare un provvedimento con l'indicazione di misure per aumentare il livello di sicurezza del sistema operativo.
L'indagato si difende: L'ho fatto per testare la vulnerabilità
Nelle prime dichiarazioni rese dall'indagato agli inquirenti, il ragazzo si sarebbe difeso spiegando i motivi della sua intrusione: "L'ho fatto per testare la vulnerabilità, non avevo fini o motivazioni politiche". L'hacker padovano è uno studente universitario di Matematica che, nell'ambiente degli hacker, si firmava come "Evariste Galois".