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Mike Bongiorno e Milano: dai giorni in carcere a San Vittore ai funerali di Stato in Duomo

Il legame tra Milano e Mike Bongiorno è stato molto stretto. Dai mesi trascorsi in carcere a San Vittore durante la Seconda guerra mondiale agli anni in cui, contattato da Silvio Berlusconi, contribuì all’affermazione della “televisione commerciale” in Italia negli studi Fininvest e poi Mediaset. Milano ha premiato il protagonista della tv italiana con la massima onorificenza cittadina, l’Ambrogino d’oro. E dal 2015 a Mike Bongiorno è intitolata una via a Porta Nuova.
A cura di Redazione Milano
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L'8 settembre del 2009 moriva a Montecarlo, nel principato di Monaco, Mike Bongiorno. Il celebre conduttore televisivo italoamericano aveva 85 anni: morì stroncato da un infarto in una suite dell'Hotel Metropole. Grande fu la commozione che attraversò tutta Italia per la scomparsa di un uomo che, prima alla Rai e poi alla Fininvest-Mediaset, aveva fatto la storia della televisione. E grande fu anche il dolore a Milano, città dove il conduttore ha vissuto buona parte della sua vita, soprattutto dopo il "clamoroso" passaggio dalla tv di Stato alla "televisione commerciale" di Silvio Berlusconi.

I mesi trascorsi in carcere a San Vittore

Il legame di Michael Nicholas Salvatore Bongiorno con Milano è sempre stato molto stretto ed è iniziato nel 1944 in una circostanza decisamente particolare: Mike Bongiorno, staffetta partigiana durante la Seconda guerra mondiale, venne arrestato e portato nel carcere milanese di San Vittore dove rimase detenuto complessivamente per sette mesi ed ebbe modo di conoscere anche Indro Montanelli. Il ritorno in via definitiva a Milano avvenne in circostanze decisamente meno burrascose, nel 1977: risalgono ad allora i contatti tra Silvio Berlusconi e il conduttore, ammaliato dalla prospettiva di far crescere la "televisione commerciale" allora agli albori in Italia e probabilmente anche, come ricordato recentemente dallo stesso Berlusconi, da un contratto milionario. Mike Bongiorno visse a Milano assieme alla famiglia per diversi anni con la moglie, Daniela Zuccoli e i tre figli Michele, Nicolò e Leonardo: l'ultimo indirizzo di residenza fu un appartamento nella zona di corso Sempione, vicino alla sede milanese della Rai.

I funerali di Stato in Duomo e l'offerta, rifiutata, del Famedio

Alla morte di Mike Bongiorno il Consiglio dei ministri decise per i funerali di Stato: e la cerimonia venne celebrata nel Duomo di Milano dal vescovo ausiliare Erminio De Scalzi il 12 settembre 2009, davanti a circa diecimila persone. Milano avrebbe voluto che Mike Bongiorno riposasse al Famedio del Cimitero monumentale, dove sono sepolti i milanesi, di nascita o d'adozione, più illustri. La famiglia però declinò l'offerta optando per la tomba di famiglia del cimitero di Dagnente, nel Novarese, da dove poi la salma fu trafugata nel gennaio 2011. I resti del celebre presentatore televisivo, dopo essere stati ritrovati, vennero cremati e le ceneri furono disperse sul Monte Cervino, dove Bongiorno amava sciare.

La via intitolata a Mike a Porta Nuova e l'Ambrogino d'oro

Nel 2015, quando ancora non erano trascorsi dieci anni dalla sua morte (il termine solitamente previsto dalla legge per intitolare strade a persone defunte), Milano decise di intitolare una via a Mike Bongiorno: "Protagonista della storia della televisione italiana", si può leggere sulle targhe di via Mike Bongiorno, sotto i grattacieli di Porta Nuova. Ma il capoluogo lombardo aveva già premiato Mike nel 1987 con la massima onorificenza cittadina, l'Ambrogino d'oro, mentre nel 2007 un'università cittadina, lo Iulm (Libera università di lingue e comunicazione) aveva insignito Bongiorno della laurea honoris causa in Televisione, cinema e produzione multimediale.

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