Michele, volontario nelle carceri bloccato con la moglie in camper dall’inizio dell’emergenza
Dallo scorso 7 marzo Michele Recupero e sua moglie Cettina, originari di Messina, sono bloccati in un camper posteggiato a Senago, in provincia di Milano. Nel loro mezzo, utilizzato per la loro attività di volontariato, i due coniugi hanno vissuto e continuano a vivere il periodo di quarantena dovuto all'emergenza sanitaria in corso: "Avrei potuto tornare in Sicilia, ma ho evitato anche per non fare l'errore che hanno fatto altri, quello di scendere in massa e magari contagiare altri", racconta Michele raggiunto da Fanpage.it nella sua casa mobile.
Michele e la moglie hanno fondato la loro associazione di volontariato nel 2008
È dal 2015 che Michele Recupero e sua moglie girano l'Italia a bordo del camper: lo fanno per espandere in tutto il Paese la loro organizzazione di volontariato, la Crivop Italia Odv. Fondata nel 2008 dallo stesso Michele, la Crivop offre servizio di volontariato all'interno degli istituti penitenziari. Corsi di formazione, falegnameria, découpage, musica, ma anche e soprattutto supporto ai detenuti e alle loro famiglie, come intrattenere i bambini durante le visite dei parenti ai detenuti.
Abbiamo vissuto momenti difficili
Michele e la moglie erano partiti ai primi di febbraio per tenere alcuni corsi all'interno degli istituti penitenziari della Lombardia, del Piemonte e dell'Emilia-Romagna, ma i primi casi di Coronavirus hanno bloccato tutte le loro attività: da inizio marzo infatti il governo ha deciso di bloccare le visite all'interno delle carceri e quindi anche i servizi di volontariato di Crivop. Per questo motivo Michele e sua moglie si sono ritrovati bloccati in Lombardia a bordo del loro camper. Grazie all'ospitalità del pastore Giuliano Morea della chiesa evangelista di Senago, la coppia di volontari ha trovato un posto dove campeggiare con disponibilità dei servizi essenziali: elettricità e acqua corrente. "Non vi nascondo che abbiamo vissuto momenti difficili – rivela a Fanpage.it – perché la notte in particolare si sentivano queste sirene in continuazione che vanno e vengono dagli ospedali". Adesso la speranza è che presto anche Michele e la moglie possano riprendere la loro attività di volontariato nelle carceri.
(A cura di Davide Arcuri)