“Mi vuoi ancora sposare?”. La storia di 2 infermieri che hanno rinviato le nozze a causa del Covid
Sette anni di fidanzamento dopo, Johnny aveva trovato il momento giusto per chiedere la mano ad Armida, la sua compagna. Era lo scorso novembre quando i due infermieri si erano promessi di amarsi e rispettarsi prima ancora che fosse un prete o un funzionario statale a farglielo dire. Poi, però, nei mesi in cui stavano organizzando la festa, è scoppiata la pandemia da Coronavirus e, essendo entrambi infermieri (lui a Vimercate, lei a Milano), hanno dovuto rimandare ogni discorso.
Armida, mi vuoi ancora sposare?
I due, conosciutisi in Campania, si sono trasferiti in Lombardia per poter lavorare insieme. Johnny è impegnato nel reparto di terapia subintensiva dedicato ai pazienti contagiati dal Coronavirus e, a "SposinCampania", ha ammesso di star "attraversando giorni molto faticosi sia fisicamente, sia psicologicamente". E guardare tutto il dolore dei famigliari delle vittime, l'infermiere originario di Avellino ha deciso di "ricordare" ad Armida la loro promessa, chiedendole nuovamente di sposarla. Come accade ultimamente all'interno degli ospedali italiani, il ragazzo si è fatto scrivere sulle tute protettive la domanda che aveva rivolto qualche mese fa alla sua compagna, rivisitandolo: "Armida, mi vuoi ancora sposare?". "L'organizzazione del matrimonio è stata giustamente messa in secondo piano", spiega Johnny che ha ringraziato i fornitori del matrimonio per essere stati "comprensivi e professionali" nell'accogliere la decisione di posticipare le nozze. Il ragazzo ricorda poi quanto sia difficile lavorare lontano da casa e dai propri affetti, sottolineando di aver "visto spesso Armida giù di morale". Per questo motivo Johnny ha rinnovato la proposta di matrimonio, per far tornare il sorriso sul volto della sua (ri)promessa sposa.