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Maroni in visita a Sulzano, la banda non suona l’inno di Mameli: “Lo indispettisce”

Lo scorso 28 maggio il governatore lombardo Roberto Maroni era in visita a Sulzano, paese sul lago d’Iseo che ospita l’installazione dell’artista Christo, “The floating piers”. Al suo arrivo alla banda di paese è stato imposto di non eseguire l’inno di Mameli perché avrebbe indispettito Maroni: l’ordine è giunto dal sindaco di Sulzano.
A cura di F.L.
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Una banda di paese "costretta" a non suonare l'inno di Mameli perché indispettisce il governatore lombardo Roberto Maroni. È accaduto, come riporta il quotidiano La Repubblica, lo scorso 28 maggio a Sulzano, paese sulla sponda bresciana del lago d'Iseo balzato agli onori delle cronache perché dal prossimo 18 giugno ospiterà l'installazione dell'artista Christo, "The floating piers".

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Maroni era arrivato in paese proprio per una visita in anteprima alla passerella galleggiante che consentirà di passeggiare sulle acque del lago, raggiungendo a piedi da Sulzano l'isoletta di San Paolo e Monte Isola. Arrivato in treno, a bordo della locomotiva più antica d'Europa, doveva essere salutato al suo arrivo dalla banda di paese. Ai musicisti, però, all'ultimo minuto il sindaco del paesino, Paola Pezzotti di Forza Italia, ha chiesto di modificare la scaletta e di cancellare l'inno di Mameli, sostituendolo con un'altra marcia.

A nulla sono servite le proteste della banda: il sindaco è stato irremovibile e così, alla fine, al posto dell'inno nazionale è stata eseguita la marcia "Primis". Va sottolineato, comunque, come probabilmente il governatore leghista non sapesse nulla di questo cambio di programma: si è trattato solo di un eccesso di premura del sindaco del paese, a conoscenza dello scarso gradimento (per usare un eufemismo) dei leghisti nei confronti dell'inno di Mameli.

Tra i musicisti, secondo quanto riportato da Repubblica, c'è stato molto dispiacere per il fatto che nessuno si sia lamentato del fatto che non sia stato eseguito l'inno. Di certo non se ne saranno lamentati eventuali esponenti leghisti, oltre a Maroni: alcuni precedenti – come la commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale al Pirellone disertata in massa dai consiglieri del Carroccio al momento dell'inno di Mameli e l'esplicita proposta di vietarlo da parte del segretario della Lega Nord del Veneto Gian Paolo Gobbo – evidenziano bene come tra la Lega e l'inno nazionale non corra buon sangue.

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