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Mantova, morì durante ricovero forzato: iniziato processo a due medici accusati di omicidio colposo

È iniziato il processo che vede imputati per omicidio colposo due medici, accusati di aver cagionato il decesso di Antonino Scaletta, il 52enne morto nel novembre del 2016 all’ospedale Carlo Poma di Mantova dopo un Tso. L’uomo è deceduto per un arresto cardiocircolatorio che – secondo quanto si evince nel capo di imputazione – sarebbe stato provocato dalla somministrazione errata di un farmaco.
A cura di Filippo M. Capra
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Immagine di repertorio
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Si era trasferito da poco, Antonio Scaletta, a Mantova, quando perse la vita in seguito a un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio). Il 52enne, originario di Sassari, è morto la mattina del 18 novembre 2016 nel reparto psichiatrico dell'ospedale Carlo Poma e le due persone accusate di essere responsabili del decesso portano il nome di Antonino G., all'epoca medico di turno al pronto soccorso, e Giuliano C., medico psichiatra, ora a processo per omicidio colposo. 

Scaletta portato in ospedale perché in stato di agitazione

Scaletta era stato ricoverato la sera del 17 novembre dopo una crisi isterica denunciata dalla sua vicina di casa al 113. Dopo la segnalazione della donna, una pattuglia della polizia si precipitò nell'abitazione del 52enne che stava dando in escandescenza prendendo violentemente a calci una porta. Per il suo stato di alterazione, fu contattato il 118 che intervenne con un'ambulanza portandolo al pronto soccorso. Qui, una volta sedato, venne deciso il ricovero forzato nel reparto di psichiatria dove qualche ora più tardi perse la vita. La causa del decesso fu un arresto cardiocircolatorio presumibilmente provocato – a quanto si evince dal capo di imputazione – dalla somministrazione errata di un farmaco in dosaggi eccedenti il limite sopportabile dall'uomo. Di ciò vengono accusati i due dottori. Sono stati già sentiti diversi testimoni, tra cui la vicina che quella sera chiamò la polizia, gli agenti intervenuti, il fratello della vittima e un infermiere del 118. In totale, quattro famigliari, il fratello, la moglie e i due figli della vittima si sono costituiti parte civile. La nuova udienza del processo è stata fissata per il 16 giugno.

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