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La morte del calciatore Davide Astori

Lutto cittadino a San Pellegrino Terme per la tragica scomparsa di Davide Astori

Il comune bergamasco dove il trentunenne capitano della Fiorentina era cresciuto a lutto: bandiera tricolore a mezz’asta, annullata anche la sfilata di mezza Quaresima. La salma arriverà in città forse già dopo i funerali, previsti per giovedì a Firenze.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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San Pellegrino Terme resta a lutto per la scomparsa di Davide Astori. E mentre oggi è prevista l'autopsia ad Udine sul corpo del trentunenne capitano della Fiorentina, con la procura che ha aperto anche un fascicolo per omicidio colposo, nel paese bergamasco si attende il rientro della salma, che avverrà presumibilmente dopo giovedì, quando sono previsti i funerali a Firenze.

Nella cittadina bergamasca dove il calciatore è cresciuto vivono ancora i genitori: il padre Renato Astori, settant'anni, impresario edile, e la madre Anna, di sessantotto anni. Nel paese da domenica l'aria è quella del lutto: annullata anche la sfilata di mezza Quaresima, che avrebbe dovuto svolgersi proprio domenica scorsa. Il tricolore davanti al Municipio è a mezz'asta. Del resto il rapporto tra Astori e la città è sempre stato fortissimo.

Nato a San Giovanni Bianco, dove c'è l'ospedale, a San Pellegrino Terme vi era cresciuto. Ed in passato aveva regalato una sua maglia, quella indossata nella sua parentesi con la Roma, al comune, con tanto di autografo e che ancora oggi si trova esposta fuori all'ufficio del sindaco. E in paese lo ricordano proprio tutti, da quando fin da piccolo giocava a pallone nel cortile di casa con i fratelli Marco e Bruno, entrambi più grandi di lui, o con Dario e Nadia, anche loro classe 1987 e che vivevano nel suo stesso condominio.

Il legame tra Davide e la sua città era così forte che lo conoscevano davvero tutti. Tanto che domenica, poco prima di apprendere la notizia della sua scomparsa, uno degli assessori che lo conosce fin da piccolo stava parlando con il padre Renato delle elezioni, come se nulla fosse. Poi, la telefonata della dirigenza della Fiorentina, che li ha informati della tragedia. E sul paese è calato il lutto più profondo. Oltre alla cancellazione della sfilata di mezza Quaresima, prevista inizialmente per le 14.30 di domenica, la notizia è stata diffusa perfino attraverso i tabelloni elettronici. Ed ora si pensa a qualche iniziativa per dargli l'ultimo saluto. E c'è chi propone di intitolargli il centro sportivo, o forse la scuola calcio del paese. La stessa in cui ha iniziato la sua carriera, stroncata da un infarto in un albergo di Udine a soli trentuno anni.

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