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Lombardia, una persona in quarantena su due non aveva il virus: “Rischio concreto di nuovi focolai”

In Lombardia meno del cinquanta per cento dei 33.306 soggetti sottoposti a test sierologici tra persone in isolamento e sanitari è entrato in contatto con il coronavirus. Lo ha spiegato l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, rilevando che la quarantena ha funzionato. Ma questo dato significa anche che l’ipotesi di una immunità di gregge diffusa è lontana, mentre il rischio di nuovi focolai è “concreto”.
A cura di Simone Gorla
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(Archivio LaPresse)
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In Lombardia dal 23 aprile sono stati eseguiti 33.306 test sierologici tra personale sanitario e persone in quarantena. Lo ha comunicato l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, spiegando che i risultati dei referti sono "molto interessanti" perché "la metà dei cittadini in isolamento domiciliare non ha contratto il Covid e, di conseguenza, non ha rischiato di trasmetterlo". Questo significa anche che il livello di immunizzazione è più basso del cinquanta per centro tra le persone a rischio e quindi messe in quarantena. Un dato che allontana l'ipotesi di una immunità di gregge diffusa e rende alto il rischio di nuovi focolai.

A Bergamo 6 persone in quarantena su 10 sono positive, percentuale del 38,7% a Milano

Nel territorio dell'Ats di Milano le analisi sono state effettuate su 579 soggetti in quarantena, di cui 224 positivi (38,7%), 349 negativi (60,3%) e 6 dubbi (1%). Tra gli operatori sanitari 2.343 sono stati sottoposti ai test, di cui 373 positivi (15.9%), 1933 negativi (82,5%) e 37 dubbi (1,6%). Percentuali opposte sono state riscontrate a Bergamo, dove su 2.603 individui in isolamento, sono risultati  di cui 1.535 positivi (59%), negativi 950 (36,5%) e 118 dubbi (4,5%). Tra medici e infermieri bergamaschi su 4.609 test i positivi sono 1.110 (24,1%), 3.391 i negativi (73,6%).

A Brescia, Pavia e Val Padana un soggetto su due ha gli anticorpi

Un tasso di pazienti con gli anticorpi prossimo al cinquanta per cento si rileva a Brescia, dove su 937 soggetti in quarantena i positivi sono 504 (53,8%) e i negativi 418 (44,6%). Tra gli operatori sanitari, su 8.093 sono positivi 903 (11,2%), negativi 7.102 (87,8%). Per quanto riguarda l‘Ats Valpadana (che copre le province di Cremona e Mantova) su 2.161 persone in quarantena i positivi sono 1.016 positivi (47%), 1.065 negativi (49,3%). Anche in questo caso le percentuali tra i sanitari sono più basse, con 656 positivi (15,5%) e 3.463 negativi (81,9%). A Pavia sono 220 i positivi (47,9%), 226 negativi (49,2%). Infine percentuali elevate di presenza di anticorpi sono state trovate negli esami effettuati dall'Ats Montagna, che copre un territorio quasi coincidente con l’intero arco alpino della Lombardia, dove 278 persone sono risultate positive (59,5%) e 182 negative (39%).

Gallera: Rischio di nuovi focali è concreto

Dalle analisi degli esperti che hanno esaminato gli esiti dei referti – ha commentato Gallera – emergono risultati molto interessanti. Si conferma una limitata siero prevalenza media fra gli operatori sanitari e si consolida l'indicazione in base alla quale le misure di quarantena hanno rappresentato un ottimo sistema per contenere la diffusione del virus: la meta' dei cittadini in isolamento domiciliare non ha contratto il Covid e, di conseguenza, non ha rischiato di trasmetterlo". Da ciò si deduce che, nonostante i numeri molto alti del contagio in Lombardia, ancora molti cittadini non sono mai entrati a contatto con il coronavirus. Questo riduce la possibilità di una immunità di gregge. "Il rischio di nuovi focali è concreto e le misure per la ripartenza devono tenere conto di questo aspetto".

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