Lombardia, rubano timbri a medici per validare le ricette da presentare in farmacia: 21 denunciati
Ventuno persone, tra cui anche un noto personal trainer di Desenzano del Garda, G.S. di 30 anni, sono state denunciate a piede libero dalla polizia locale di Milano dopo la conclusione dell'operazione "Muscle bound". Le indagini della Squadra interventi speciali dell'Unità radiomobile hanno evidenziato una truffa aggravata ai danni dello Stato per cui i 21 sono stati successivamente denunciati.
Indagini partite dopo la denuncia di un medico del San Raffaele
Come comunicato dalla polizia locale, la truffa ammonterebbe a un "totale stimato di circa 50mila euro". L'indagine è stata avviata nel 2019 dopo la denuncia di un medico dell'ospedale San Raffaele di Milano. Questi ha ricevuto una telefonata da una farmacia del capoluogo lombardo per delucidazioni circa una ricetta, presunta, fornita ad un paziente. Tale ricetta riguardava un farmaco anabolizzante, gli ormoni della crescita, prescritto solo a pazienti che ne hanno reale bisogno e sono costantemente monitorate da un medico. Questo perché tali farmaci hanno diversi effetti collaterali. Ogni confezione del farmaco ha valore pari a 600 euro che, in caso di prescrizione medica, è interamente coperto dal Servizio sanitario nazionale (Ssn).
Timbri rubati ai dottori per validare le ricette da presentare in farmacia
Il dottore, dopo aver comunicato alla farmacia di non essere al corrente della ricetta in questione, ha sporto la denuncia che ha dato il via alle indagini. La polizia locale è riuscita quindi a rintracciare un totale di altre 20 farmacie in tutta la Lombardia in cui sono state presentate ricette firmate e timbrate dopo furto della strumentazione occorrente ai danni di ignari medici. Per risalire alle identità di chi ha presentato le ricette, gli agenti della locale di Milano hanno consultato le immagini della videosorveglianza delle farmacie. In tal modo sono riusciti a identificare due persone poi rivelatesi importanti: A.A., 36enne alimentarista italiano "noto nel circuito delle palestre", e G.S., il personal trainer 30enne, anch'egli italiano, di Desenzano del Garda. Entrambi operano nello stesso centro fitness. Secondo quanto ricostruito, A.A. "avrebbe prescritto i farmaci" mentre G.S. "procurava i clienti". Tra i clienti dei due, non tutti conoscevano la provenienza dei farmaci.