Lombardia, passa la legge “anti-moschee”: è polemica
È stata approvata la nuova legge della regione Lombardia per limitare, attraverso regole urbanistiche, l'autorizzazione di nuovi luoghi di culto. D'ora in poi aprire nuovi edifici religiosi in Lombardia non sarà affatto semplice: come già annunciato da tempo tra le severe regole della legge rinominata "anti-moschee", innanzitutto, l’installazione di telecamere di sicurezza all’esterno in collegamento con la Questura. Ma anche il pieno rispetto del "paesaggio lombardo", e l’effettuazione della procedura Vas, la valutazione ambientale strategica, per garantire che sorgano in aree a una "distanza minima" da altri luoghi simili. Il provvedimento, fortemente voluto dalla Lega Nord, appoggiata dal centrodestra, ha già suscitato molte polemiche: il testo della norma, infatti, si trova in netto contrasto con il volere delle amministrazioni milanesi di centrosinistra, che avrebbero dichiarato la legge “incostituzionale” rispetto al diritto della libertà di culto.
Majorino: "Un pugno in faccia al dialogo tra culture"
Le regole, che secondo il testo, varrebbero sia per le confessioni religiose firmatarie delle intese con lo Stato, sia per quelle che non l'hanno fatto, proprio come l'Islam, prevedono la stipula di convenzioni urbanistiche con i Comuni interessati. Ad eccezione, però, di quelle musulmane, per le quali le richieste di autorizzazione dovranno essere sottoposte ad un ulteriore controllo da parte di una Consulta regionale, che in massimo 18 mesi dovrà approvare un piano per le strutture religiose, con annessa facoltà di indire un eventuale referendum consultivo sui progetti, se previsto dagli Statuti. "Qui non si tratta di ostacolare o meno la libertà religiosa, ma di porre delle regole certe, per la salvaguardia dei cittadini, di fronte ai recenti fatti di cronaca e all'arroganza di chi pretende di dettare legge a casa nostra", ha dichiarato il relatore leghista Roberto Anelli. Ma per Roberto Bruni, del centrosinistra, è inaccettabile il contenuto del provvedimento: "Questo provvedimento è frutto dell'islamofobia della Lega e dei suoi alleati che rischiano di ostacolare chiunque intenda esercitare pubblicamente il proprio culto, compresi i cattolici". Anche l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, si è espresso in modo deciso nel merito della faccenda, descrivendola come "un'azione culturalmente odiosa e straordinariamente inopportuna in un momento come questo: di certo sul piano culturale si è dato un pugno in faccia a qualsiasi tentativo di dialogo fra culture".