Lombardia, nuovi vincoli per le moschee: il centrodestra chiede telecamere di sorveglianza
Dopo che l'ufficio legislativo della Regione Lombardia ha bocciato a ottobre il referendum anti-moschee proposto dalla Lega Nord, il centrodestra lombardo nella sua interezza è tornato sul tema dei luoghi di culto trovando un accordo che potrebbe scatenare qualche polemica. Con un maxiemendamento presentato mercoledì mattina, avente come obiettivo la modifica del progetto di legge della Lega Nord sulla costruzione degli edifici di culto presentato nei mesi scorsi, ha esplicitamente richiesto per le moschee "un impianto di videosorveglianza esterno, collegato con gli uffici della polizia locale, e la congruità con le caratteristiche del territorio lombardo". Una nuova proposta, che in sostanza annuncerebbe una serie di misure e restrizioni da applicare alla costruzione dei nuovi luoghi di culto, previsti nel progetto di legge del Carroccio. Tra questi il parere preventivo di polizia e residenti e l'obbligo per il Comune che vuol costruire un luogo di culto sul suo territorio di procedere a una preventiva valutazione ambientale strategica (Vas). Dopo il parere negativo dell'ufficio legislativo del Pirellone, scompare quindi dall'orizzonte il referendum consultivo tanto caro alla Lega. Come ha dichiarato Viviana Beccalossi, assessore lombardo al Territorio, si tratta di "un Piano per le attrezzature religiose in modo che la costruzione di nuovi luoghi di culto non potrà essere nascosta tra centinaia di pagine".
L'obiettivo è garantire la congruità architettonica
Il progetto ha difatti come obiettivo primario quello di "Accertare la presenza di strade di collegamento adeguatamente dimensionate e di opere di urbanizzazione primaria, con l'annesso impianto di videosorveglianza esterno all'edificio, collegato con gli uffici della polizia locale, per accertare la congruità architettonica degli edifici di culto con le caratteristiche del territorio lombardo, ai quali si dovranno interporre delle distanze adeguate fra le aree e gli edifici da destinare alle diverse confessioni religiose. Prevedere uno spazio da destinare a parcheggio e la realizzazione di adeguati servizi igienici". La proposta sarà discussa in commissione giovedì 11 dicembre e potrà prendere vita alla fine di gennaio. Soddisfatto Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega Nord, mentre il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri sottolinea il dietrofront del Carroccio sul referendum: "Questo delle moschee è il secondo passo indietro della Lega sul tema del referendum, dopo quello per l’autonomia. Bene, anche loro si sono resi conto che è uno strumento che richiede procedure lunghe e costose".
A livello pratico, la nuova proposta di legge in materia di regole e requisiti per le future moschee rischia di riflettersi anche su Milano, dove la giunta Pisapia ha avviato un percorso per assegnare tre aree dismesse di proprietà comunale a confessioni religiose presenti sul territorio: nei fatti, sulla base del numero di fedeli, due di queste aree sono destinate a ospitare altrettante moschee. "Quel bando non soddisfa nessun criterio del testo regionale", dice il vicepresidente del Consiglio comunale Riccardo de Corato (Fdi). Gli risponde l'assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, che del bando per le moschee sta facendo la sua più importante battaglia politica: "Le scelte regionali sui luoghi di culto non cambiano di una virgola il nostro percorso che sarà sempre e ovviamente rispettoso della legge vigente. Qualunque essa sia".