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Covid 19

Lombardia, studio annuncia ipotesi di una seconda ondata dei contagi: “Tendenziale aumento dei casi”

In Lombardia potrebbe arrivare una nuova ondata di contagi da Coronavirus. A dirlo è uno studio basato su un modello matematico realizzato dal professore associato di Malattie infettive dell’Università di Genova Andrea De Maria e da Flavio Tonelli, professore di Simulazione dei sistemi complessi dello stesso ateneo.
A cura di Filippo M. Capra
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La Lombardia rischia una seconda ondata di contagi da Coronavirus. Questo il risultato di un modello matematico elaborato dal professore associato di Malattie infettive dell'Università di Genova Andrea De Maria e da Flavio Tonelli, professore di Simulazione dei sistemi complessi dello stesso ateneo.

Lo studio: Tendenziale aumento dei casi

L'esito dello studio mostra una discrepanza tra l'andamento previsto e i numeri reali dei nuovi contagi che si contano quotidianamente nella Regione governata da Attilio Fontana, come illustrato da De Maria in un'intervista a La Repubblica: "Se ci si concentra sulla Lombardia e al Nordovest, si vede che rispetto alla discesa prevista dal nostro modello si assiste a un tendenziale aumento dei casi". De Maria si interroga quindi su cosa potrebbe accadere in autunno, con temperature sotto ai 14 gradi, "se i casi sono così tanti ora che le temperature sono alte". Il professore dell'Università di Genova spiega quindi che "il nostro modello matematico ha dimostrato di essere utile perché ci ha permesso di individuare il picco dei nuovi casi giornalieri in Italia (tra il 25 e il 27 marzo) con 20 giorni di anticipo".

Gli esperti: Si potrebbe avere estensioni contagi

A fargli eco è il collega Tonelli, che spiega come "le elaborazioni ci dicevano che a fine giugno avremmo contabilizzato tra i 34.000 e i 36.000 decessi: oggi siamo a 34.600". E adesso, gli stessi algoritmi che hanno previsto questi dati, informano che se la situazione attuale dovesse restare tale, "si potrebbe avere una estensione dei contagi, molti dei quali asintomatici o paucisintomatici, che aumenterebbe  pericolosamente la base dell’infezione prima dell’autunno". Ciò significa che mascherine e distanze sociali devono continuare ad essere indossate e rispettate, perché "è folle dire che non servono più perché i contagiati attuali non sono infettive", sottolineano i professori, che puntano il dito contro chi non ha offerto una prova scientifica in relazione alle dichiarazioni. Come ad esempio chi ha detto che chi ha sintomi lievi è meno contagioso. A tal proposito i professori spiegano che "esistono indizi, ma non ne siamo certi".

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