Lombardia, bocciata la sfiducia a Gallera: “Ho la coscienza a posto, fatto lavoro straordinario”
"Io ho la coscienza a posto, per l'impegno che abbiamo messo e quello che abbiamo fatto". Si è difeso davanti al Consiglio regionale lombardo Giulio Gallera, l'assessore al Welfare messo sul banco degli imputati dell'emergenza coronavirus da una mozione del Partito democratico che chiedeva al governatore Attilio Fontana un avvicendamento ai vertici della sanità lombarda. L'assemblea del Pirellone lo ha ascoltato e ha votato in suo favore: la mozione che di fatto avrebbe sfiduciato Gallera è stata bocciata con 49 voti contrari, 23 favorevoli e due astenuti.
Gallera: Medici, infermieri e operatori hanno fatto un lavoro straordinario
"Io sono l'ultimo e quello meno necessario, quello che però non posso consentire e che non si riconosca il merito degli infermieri, degli operatori socio sanitari, dei medici, dell'unità di crisi e della direzione generale Welfare che voi volete mandare a casa e smembrare, perché hanno fatto un lavoro straordinario", ha detto Gallera rispondendo alla mozione dell'opposizione che lo accusa di aver commesso gravi errori nella gestione della "fase uno" della pandemia. La Lombardia è la regione con più casi e vittime di covid-19 in Italia e una delle aree più colpite al mondo. Stando all'ultimo bollettino sono 78.105 i contagi ufficiali e 14.294 le persone che hanno perso la vita.
"Esplosa una bomba, abbiamo arginato a mani nude"
Gallera ha accusato chi lo critica di voler trarre conclusioni ancor prima di aver approfondito ciò che è successo. "Io non sono qui oggi a rispondere ci sarà una commissione d'inchiesta e approfondiremo in quella fase". C'è stata "una bomba", ha continuato l'assessore, "che è esplosa e abbiamo fatto quello che si poteva fare per arginare. Lo abbiamo fatto a mani nude, perché chi doveva fornirci i dispositivi di protezione, pochi giorni prima che scoppiasse lo tsunami in Lombardia, li aveva mandati con un aereo in Cina. Io non so se c'era o non c'era un piano pandemico, so che il 15 febbraio il ministro degli Esteri ha mandato tonnellate di dispositivi che avrebbero protetto i nostri operatori sanitari in Cina".
La mozione del Pd chiedeva un cambio nella gestione della sanità lombarda
"Nella ‘fase uno' in Lombardia gli ospedali hanno dovuto reggere l'urto provocato dall'arrivo di un numero enorme di pazienti che non sono stati intercettati per tempo sul territorio. Ancora oggi non abbiamo chiara la reale diffusione dell'epidemia su territorio", ha spiegato a Fanpage.it il capogruppo del Pd lombardo, Fabio Pizzul, motivando le ragioni della mozione di sfiducia. "La causa di tutto ciò è una gestione della sanità che da anni è tutta incentrata sugli ospedali e ha impoverito i presìdi territoriali – ha aggiunto -. Se nella fase 2 non ci sarà la capacità di tracciare l'andamento dell'epidemia e di individuare con prontezza i focolai, il rischio è che il contagio riparta. Questa capacità nella fase uno non l'abbiamo vista". Dopo il voto, a seguito della segnalazione di una modalità diversa di voto tra chi aveva votato no, il consigliere del Pd, Pietro Bussolati, ha chiesto di ripetere le operazioni di voto segreto: "È un reato – ha attaccato – rendere le schede riconoscibili, vergognatevi".