Lombardia, approvata la legge sulla rigenerazione urbana: scontro tra Regione e Comune di Milano
È stata approvata dal Consiglio regionale della Lombardia la legge sulla rigenerazione urbana, che nelle intenzioni dovrebbe incentivare il recupero degli immobili abbandonati contenendo il consumo di suolo. Nelle intenzioni, perché alcune critiche mosse soprattutto dal Pd puntano proprio sul fatto che alcune delle misure e degli incentivi proposti per chi riqualifica un immobile abbandonato (tra quelli previsti uno sconto fino al 60 per cento sugli oneri di urbanizzazione e la possibilità di incrementi delle volumetrie fino al 20 per cento, a fronte però di una serie di prescrizioni sulla sicurezza e la sostenibilità) possano incentivare la speculazione edilizia e addirittura favorire l'abbandono. Alla fine il solo Pd, che ha comunque proposto alcuni emendamenti poi approvati, ha votato contro: il M5s non ha partecipato al voto, mentre a favore hanno votato Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Energie per la Lombardia e gli esponenti del Gruppo Misto Viviana Beccalossi e Paolo Franco.
Cosa prevede la legge
La legge si pone gli obiettivi "di risanare singole case o porzioni di quartieri, realizzando iniziative di rigenerazione con ricadute positive su abitabilità e attrattività dei centri abitati (anche in termini turistici e non solo urbanistici), nonché sul piano della sicurezza e della vivibilità urbana. Viene incoraggiata la trasformazione di aree con spazi verdi, servizi e infrastrutture. I progetti dovranno rientrare nelle previsioni dei piani territoriali, rispettando la già operante legge sul consumo del suolo. E dovranno essere in armonia con la carta di consumo del suolo che i Comuni dovranno realizzare, una sorta di censimento degli immobili abbandonati o dismessi da aggiornare annualmente". Regione Lombardia agirà da "regista": i proprietari di stabili potranno segnalare situazioni di particolare criticità (edifici fatiscenti e non abitati da almeno cinque anni, prima degli emendamenti erano tre), mentre i Comuni potranno vagliare le istanze e inserire il progetto di recupero negli appositi piani annuali.
Emendamenti approvati
Tra gli emendamenti approvati quelli che certificano che il bonus volumetrico previsto per interventi di rigenerazione urbana non sarà più calcolato sulla base della superficie esistente, ma dell’indice di edificabilità previsto dal Pgt, in quanto più rispettoso delle scelte pianificatorie comunali e uno che stabilisce che l’intervento di recupero non deve interferire o in qualche modo andare a discapito dell’attività agricola già esistente. Dalle novità e dai bonus introdotti da questa legge sono esclusi non più solamente i recuperi finalizzati alle grandi strutture di vendita, ma anche alle attività di logistica e autotrasporto incidenti su una superficie territoriale superiore ai 5mila metri quadrati e alle attività insalubri. Accolti anche alcuni emendamenti del Movimento 5 Stelle, tra cui quello per cui per gli interventi nell’ambito della logistica che saranno effettuati al di fuori delle aree interessate da rigenerazione urbana, è previsto un aumento del 50 per cento degli oneri.
Foroni (Lega): Effetto shock sullo sviluppo urbanistico
Sono state tante le reazioni dopo l'approvazione della legge al Pirellone. A parte la comprensibile soddisfazione della maggioranza, sono da registrare lo scettiscismo del Movimento 5 stelle (che però non ha votato contro) e le critiche del Pd, che si è invece opposto a una legge definita "sbagliata nell'impianto" anche se ha cercato di "limitare i danni" proponendo alcuni emendamenti. Per l'assessore regionale al Territorio e alla protezione civile Pietro Foroni "non ci sono al momento in Italia esempi come questo: la rigenerazione urbana è fondamentale per evitare consumo di suolo, recuperare l'esistente e abbattere i costi; se vogliamo preservare la Lombardia dal consumo di suolo, dobbiamo investire nel recupero dell'esistente, sia esso un immobile abbandonato o un'area dismessa o da bonificare". Per Foroni la normativa "vuole avere un effetto shock sullo sviluppo urbanistico, segnando una linea di demarcazione precisa e avendo un impatto immediato. Dal giorno dopo l'entrata in vigore della legge, recuperare l'esistente diventerà più vantaggioso che costruire ex novo".
Scettico il M5s, per il Pd è una legge sbagliata
Il M5s non condivide l’impianto generale della legge: "Rigenerazione urbana nelle corde del M5S è ben altro – ha detto il consigliere regionale M5S Massimo De Rosa -. Ovviamente abbiamo lavorato per migliorare il progetto ma restano grandi perplessità sia sugli interventi in ambito rurale, che recuperano a non rilanciano le attività, sia sulle norme per il recupero di edifici agricoli e dei piani terra. La rigenerazione del centro destra così come approvata rischia di non cominciare mai". Decisamente più critico il Pd: "Abbiamo limitato il danno di una legge che rimane sbagliata nell’impianto, perché non aiuta chi deve fare le bonifiche, perché non si concentra sulle aree dismesse e non tiene conto delle differenze dei diversi territori della Lombardia – hanno affermato i consiglieri regionali del Pd Matteo Piloni e Carmela Rozza -. Questa legge non fa abbastanza per la rigenerazione: la Regione Lombardia poteva e doveva essere più ambiziosa. Con i nostri emendamenti approvati dall’aula – hanno aggiunto i due consiglieri dem – si è almeno restituita ai comuni la possibilità di decidere la quantità di premialità, sia per i volumi che per gli oneri, al contrario di com’era la legge nella sua formulazione originaria. Ora saranno i comuni a decidere, in linea con i propri Piani di Governo del territorio, e non la Giunta regionale con criteri imposti dall’alto. Abbiamo anche messo un freno alla trasformazione delle cascine verso destinazioni che nulla hanno a che fare con l’agricoltura, limitando le premialità agli immobili già dismessi all’entrata in vigore della legge, evitando le interferenze con le attività agricole".
Maran: Abbandonare e far degradare un immobile con la nuova legge regionale conviene
Sempre tra le fila del Pd, da segnalare la critica arrivata dall'assessore all'Urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran: "In Lombardia abbandonare e far degradare un immobile con la nuova legge regionale conviene – aveva dichiarato ieri prima dell'approvazione della legge – In Regione gli immobili abbandonati, nella proposta di legge, hanno premialità: 20 per cento di superficie in più, deroga a ogni norma che non sia statale, zero monetizzazioni da pagare. Per diventare edifici abbandonati basta essere in disuso e che la proprietà asseveri che lo è da almeno 3 anni (ma questo punto è poi stato modificato, ndr). Ora, un conto son gli immobili già abbandonati in passato (magari ha un senso li dare incentivi) ma senza modifiche questa norma spingerà molti, che magari ospitano aziende o attività che pagano affitti bassi, a mandarli via, stare in stato di abbandono per un po' e accedere a incentivi superiori rispetto agli affitti precedenti. Invece che ridurre il degrado la norma così come è risulta un vero stimolo ad abbandonare e mollare in situazioni non redditizie".
Quante sono le aree dismesse in Lombardia: un terzo si trovano a Milano
Secondo i dati del Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano, aggiornati al 29 ottobre 2019, le aree dismesse in Lombardia sono 3.393 per 4.984 ettari distribuiti in 650 comuni. Un terzo delle aree dismesse, il 33 per cento (988 aree), si trova a Milano e provincia. Seguono Brescia con il 14 per cento e 276 aree, Mantova (201 aree), Pavia 9 (per cento), Varese (246 aree), Bergamo, Monza e Brianza, Lecco, Cremona e Como. Le due province più virtuose per quanto riguarda le aree dismesse sono Sondrio e Lodi. Un altro dato citato dal Pirellone durante l'approvazione della legge regionale di rigenerazione urbana è quello sui siti da bonificare: sono 914, di cui 425 nella Città metropolitana di Milano e 188 nel capoluogo lombardo. Proprio per bonificare alcuni di questi siti, localizzati in particolare nelle province di Varese, Milano, Mantova e Pavia, la giunta regionale della Lombardia su proposta dell'assessore all'Ambiente e clima Raffaele Cattaneo, ha approvato uno stanziamento di quasi due milioni di euro.