Lombardia, anziani morti nelle case di riposo: Regione istituisce commissione di verifica
In una conferenza stampa convocata per oggi, venerdì 10 aprile, l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha annunciato che "il presidente Attilio Fontana ha firmato il decreto di nomina sulla commissione delle Rsa" mettendo a capo "il dottor Mauro Agnello". Comunicati anche i componenti della commissione, "terza ed esterna", che dovranno verificare le linee guida della Regione e la sorveglia che questa ha fatto nelle Rsa: "Nella commissione ci saranno Furio Zucco, medico chirurgico specializzato in anestesiologia – ha continuato Gallera -, Roberto Bernabei, professore di Medicina interna dell'Università Cattolica, Giuliano Rizzardini, Responsabile delle Malattie infettive dell'ospedale Sacco, Roberto Blaco, dell'Osservatorio statistico, Matteo Cesari, professore dell'Università di Milano, Pier Achille Santus, direttore responsabile della Pneumologia del Sacco, Luciana Bevilacqua, Maria Cristina Opezzo, medico legale, e Carlo Signorelli, direttore Igiene e sanità pubblica del San Raffaele".
Il dg di Ats Milano: Nello stesso periodo, nelle Rsa il doppio dei morti dello scorso anno
In merito ai decessi nelle case di riposto di individui anziani, il direttore generale di Ats Milano Walter Bergamaschi ha sottolineato come il "58 per cento dei decessi totali avvenuti nelle residenze per anziani è avvenuto per patologie in qualche modo riferibili al Coronavirus". Bergamaschi non ha potuto offrire un confronto con il 2019, "poiché non ho a disposizione i dati per farlo", aggiungendo però che "presumibilmente, guardando alla mortalità dello scorso anno, nello stesso periodo potrebbe esserci stato un numero di decessi più o meno della metà rispetto a quello di quest'anno". Parallelamente, il dg di Ats Milano ha toccato anche la questione contagi all'interno delle 59 Rsa milanesi: "C'è un numero di casi presunti o accertati che ammonta a 983, ovvero il 14 per cento circa degli assistiti che sono, in totale, 7.238″. "Questo dato – ha spiegato poi il dg – è molto variabile all'interno delle strutture", poiché in alcune molti ospiti hanno mostrato sintomi simil influenzali e sono stati posti in isolamento, mentre in altre non vi è "nemmeno un ospite con queste sintomatologie". La distribuzione, quindi, dei casi non è stata omogenea.