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Lissone: una pietra d’inciampo dedicata ad Attilio Mazzi, vittima dell’orrore nazifascista

Il 25 gennaio a Lissone andrà in scena la cerimonia pubblica in onore di Attilio Mazzi, morto nel campo di concentramento nazista di Gusen il 9 aprile 1945. In tale occasione sarà posata in via Matteotti la pietra d’inciampo a lui dedicata: una piccola lastra d’ottone su cui sarà inciso il suo nome, accompagnato dalle date di nascita e di morte.
A cura di Luca Giovannoni
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Attilio Mazzi e la pietra d'inciampo a lui dedicata
Attilio Mazzi e la pietra d'inciampo a lui dedicata

Il Comune di Lissone, in provincia di Monza e Brianza, rende omaggio ad Attilio Mazzi, morto nel campo di concentramento di Gusen il 9 aprile 1945. Attilio, lissonese d'adozione, è stata una delle tante, troppe vittime degli orrori nazifascisti, ma il suo ricordo, insieme a quello di milioni di altri internati nei lager, non può smarrirsi nelle pieghe del tempo. L'amministrazione comunale ha infatti deciso di dedicare una pietra d'inciampo ad Attilio, che sarà posata in via Matteotti nella giornata di sabato 25 gennaio, anticipando gli appuntamenti previsti in occasione della Giornata internazionale della memoria (che ricorre il 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz).

Cosa sono le pietre d'inciampo

Le pietre d'inciampo, ideate dall'artista tedesco Gunter Demnig, sono delle piccole targhe d'ottone, della dimensione di un sampietrino, che vengono posizionate sull'asfalto davanti alle case dei deportati nei campi di concentramento nazisti. Si tratta di pietre in cui "inciampare" per non dimenticare chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà. La cerimonia pubblica in onore di Attilio Mazzi si svolgerà a partire dalle ore 10, ed è prevista la presenza del comitato per le pietre d’inciampo della provincia di Monza e Brianza e dell’Associazione nazionale ex deportati (Aned). Il compito dell’amministrazione comunale – ha dichiarato il sindaco di Lissone Concettina Monguzzi – deve, instancabilmente, continuare ad essere quello di operare al fine di sensibilizzare i cittadini e i giovani su fatti che hanno sconvolto il nostro passato, affinché questi non si ripetano mai più.

La storia di Attilio Mazzi

Nato a Verona e successivamente trasferitosi a Milano, Attilio Mazzi aveva aperto la sua attività lavorativa proprio a Lissone, dove gestiva uno stabilimento per la tranciatura del legno. Dopo la caduta del fascismo, il 25 luglio del 1943, Mazzi fu uno dei primi a sfilare per le vie del comune brianzolo con un cartello raffigurante l'immagine del generale Badoglio. Dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, quando i tedeschi prendono il controllo di diverse città del nord e del centro Italia, Attilio viene arrestato per il suo dichiarato antifascismo, ragione per cui sarà poi deportato come prigioniero politico. Il suo viaggio verso l'inferno incomincia dal carcere di Monza, poi il campo di concentramento di Fossoli, in provincia di Modena, infine l'ultima tragica tappa a Gusen, composto da tre dei quarantanove sottocampi del campo principale di Mauthausen, dove Attilio troverà la morte a causa dei lavori forzati e della fame. Ora il Comune di Lissone lo ricorda con una lastra d'ottone su cui sarà inciso il suo nome, accompagnato dalle date di nascita e di morte. Una pietra d'inciampo che si aggiunge a quella già posata lo scorso anno in memoria di Mario Bettega, altra vittima della follia omicida nazista.

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