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“Licenziata perché mamma”: tutti i colleghi entrano in sciopero

I 230 dipendenti della fabbrica Reggiani Macchine di Grassobbio, Bergamo, stanno protestando da ieri, informano Fim Cisl e Fiom Cgil, contro il licenziamento di una ragazza di 30 anni appena rientrata a lavoro dalla maternità.
A cura di Enrico Tata
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Tutti in sciopero per solidarietà a una giovane collega di 30 anni, licenziata dopo essere appena rientrata a lavoro dalla maternità. I 230 dipendenti della fabbrica Reggiani Macchine di Grassobbio, Bergamo, stanno protestando da ieri, informano Fim Cisl e Fiom Cgil, contro il licenziamento della donna e per sostenere la trattativa che i sindacati stanno intrattenendo con l'azienda, "da meno di 18 mesi assorbita dal gruppo americano Efi e specializzata nella produzione di macchinari per la stampa". L'azienda avrebbe licenziato la 30enne "per giustificato motivo oggettivo e soppressione della mansione", ma i lavoratori, prosegue il comunicato dei sindacati, "sono preoccupati soprattutto dalle modalità e dalle relazioni sindacali che la proprietà ha adottato da qualche tempo, e chiedono il ritiro del licenziamento e il ripristino di un sistema di relazioni corrette".

"Da ciò che appare alla fabbrica Reggiani si è consumato un fatto grave e, contemporaneamente, un gesto di solidarietà importante da parte dei 230 dipendenti della fabbrica. E' uno straordinario segnale di sensibilità e consapevolezza del valore dell'unità. E' questa la via per sconfiggere le ingiustizie e l'arroganza che è spesso dietro alle scelte pagate dai lavoratori e soprattutto dalle lavoratrici. Da Bergamo arriva una lezione di futuro". Queste le parole dell'onorevole Titti Di Salvo, vicepresidente dei deputati del Partito democratico.

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