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Legnano, insulti razzisti a gestori di un minimarket: “Sporchi illegali extracomunitari, vi curiamo”

“Sporchi illegali extracomunitari pakistani, sarete curati a vista (market compreso)”. A Legnano un cartello anonimo affisso in strada in via Lega contiene insulti razzisti e minacce deliranti nei confronti dei gestori di un minimarket. Un’esplosione di ingiurie dovuta a una banale questione di convivenza condominiale denunciata da un lettore di Fanpage.
A cura di Simone Gorla
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"Sporchi illegali extracomunitari pakistani, sarete curati a vista (market compreso)". Un cartello anonimo è stato affisso in strada a Legnano, accanto al portone di un palazzo in via Lega, con insulti razzisti e minacce nei confronti dei gestori di un minimarket.

La denuncia: minacce e insulti razzisti a Legnano

È la denuncia di un lettore di Fanpage.it che ha fotografato la scritta per denunciare che "il razzismo e la mancanza di buon senso non sono solo negli Usa", dove da giorni sono in corso grandi manifestazioni di protesta dopo l'omicidio di Floyd George, 46enne afroamericano soffocato da un poliziotto a Minneapolis durante un fermo. Ma anche in Italia, purtroppo, il razzismo rimane un male radicato, se anche un banale questione di convivenza condominiale si può trasformare in occasione per minacce e ingiurie di stampo xenofobo.

"Sporchi illegali extracomunitari, sarete curati a vista"

Lo conferma il caso di Legnano, la città di Alberto da Giussano, del Carroccio e della battaglia tra la Lega Lombarda e Barbarossa, tutti simboli cari alla mitologia della Lega Nord di Bossi prima e a quella di Salvini poi. Il cartello appeso per strada è datato 4 giugno non è stato firmato dall'autore, ma riporta i nomi dei gestori di un negozio, minacciati di essere "curati a vista" insieme ad altri "due o tre pakistani illegali". All'origine degli insulti ci sarebbe un dissidio sul cancello del palazzo  che "deve rimanere aperto perché non siete raggiungibili, niente campanello né citofono" che l'autore del messaggio assicura esserci stato in precedenza "ma voi l'avete tolto per rimanere sempre nascosti, pensate di essere furbi". Il tutto è concluso da un'ulteriore e delirante minaccia: "Siete già (dopo tutto il mio lavoro) fuori dall'Italia".

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