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Lecco, scappò dopo la condanna per stupro: arrestato in Polonia a cinque anni di distanza

Un uomo di 32 anni è stato arrestato in Polonia dopo cinque anni di latitanza. Nel 2014 l’uomo era stato processato e poi condannato per stupro dal tribunale di Lecco, con l’accusa di aver violentato una ragazza da poco maggiorenne in una palazzina nei pressi della stazione di Lecco. Il 32enne aveva però fatto perdere le proprie tracce.
A cura di Luca Giovannoni
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[Immagine di repertorio]
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Si è conclusa ieri, mercoledì 2 ottobre, la vicenda del giovane cittadino afghano che nel 2014 era stato processato e poi condannato per stupro dal tribunale di Lecco. L'uomo, che oggi ha 32 anni, è stato arrestato dopo cinque anni di latitanza in Polonia su mandato di arresto europeo disposto dalla procura cittadina. Il presunto stupratore sarà adesso trasferito in Italia per scontare la condanna in contumacia a sei anni di reclusione emessa dai giudici lecchesi, in attesa di eventuali sviluppi giudiziari.

Lo stupro e poi la fuga

Popalzai Abdullah, è questo il nome del latitante catturato in Polonia mercoledì 2 ottobre. All'epoca dei fatti aveva 27 anni ed era stato accusato di aver violentato una ragazza da poco maggiorenne in una palazzina nei pressi della stazione. Interrogato dagli inquirenti, inizialmente lo straniero si era mostrato disponibile a rispondere alle domande e a fornire spiegazioni, non aveva in alcun modo palesato la volontà di dileguarsi. Si era anzi difeso, sostenendo che la natura del rapporto con la ragazza che lo aveva denunciato era di natura consensuale. Prima di finire in manette il giovane era però riuscito a scappare, facendo perdere le proprie tracce per cinque anni.

Le segnalazioni in Belgio e Inghilterra, poi il mandato di arresto europeo

Dopo la fuga, la squadra mobile di Lecco aveva chiesto e ottenuto al pubblico ministero Paolo Del Grosso il mandato di arresto europeo. Nel corso di questi anni ci sono state diverse segnalazioni nei confronti del latitante, dapprima avvistato in Belgio, poi in Inghilterra, infine in Polonia, dove è stato catturato. Il lavoro di ricerca, condotto grazie alla cooperazione internazionale delle forze di polizia, ha permesso di ricostruire gli spostamenti del latitante attraverso i social network. A quanto risulta sembrerebbe che il giovane fosse in contatto con l'ambiente terroristico vicino all'Isis e appoggiasse la battaglia jihadista nei confronti dell'occidente.

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