Lecco, donna lascia il posto sul bus a un’anziana, la risposta razzista: “No, sei nera”
"Una signora di colore prende un autobus presso la stazione di Lecco. Il pullman è pieno di studenti. La signora riesce a trovare un posto a sedere. Sale una signora anziana. Alcuni posti sono occupati perché i ragazzi hanno i piedi sui sedili o hanno appoggiato il loro zaino. La signora anziana rimane in piedi. La signora di colore si alza e dice: ‘Signora, prego, venga a sedersi'. La signora anziana risponde: ‘No, lei è nera!‘. Nessun ragazzo si è alzato o è intervenuto". È l'assurda vicenda accaduta su un autobus a Lecco e riportata in un post su Facebook da Paolo Barbieri, docente del Centro provinciale lecchese istruzione adulti "Fabrizio de André", che ha spiegato: "La signora di colore è una mia alunna. È il suo racconto".
Lecco, razzismo contro una donna che voleva lasciare il posto a un'anziana: No, sei nera
Odio e pregiudizio hanno trasformato il gesto di normale educazione nell'ennesimo caso di razzismo. Binta, 32enne di nazionalità senegalese, è sposata e ha tre figli. Frequenta il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti nella sede di Oggiono (Lecco). "Non sapevo più cosa fare, nessuno ha detto nulla. Sono stata in silenzio", ha raccontato la donna al Corriere della Sera. "A casa ho pianto, ma poi ho pensato che non è grave, va bene così".
"Esprimiamo solidarietà alla donna di nazionalità senegalese che è stata vittima dell'ennesimo episodio di razzismo a bordo di un autobus. Non è accettabile che in un paese civile si verifichino ancora deprecabili episodi di intolleranza”, ha commentato Raffaele Erba, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle. "Era già accaduto a Cantù nel 2018 quando una paziente rifiutò di farsi visitare da un medico di colore e l'anno scorso in ospedale a Sondrio dove una donna straniera è stata presa di mira subito dopo aver perso il bambino. La Lombardia è una terra di persone perbene ma questi episodi, seppur isolati, fanno riflettere sul crescente clima d'odio che talvolta si ripresenta minaccioso nella nostra società”, conclude Erba.