Le nutrie invadono Milano: i residenti si lamentano, ma c’è chi dà loro da mangiare

Continua in alcune zone del milanese l’allarme nutrie, da anni indicate come corresponsabili degli allagamenti per via delle tane scavate negli argini dei fiumi. Dopo la guerra dichiarata dalla Regione Lombardia agli animali, considerati "roditori che arrecano ingenti danni all’agricoltura e ai corsi d’acqua", il tema tende a dividere la popolazione. In via Manduria, ad esempio, nel piccolo corso d’acqua che attraversa i campi coltivati del parco Agricolo Sud, vivono centinaia di esemplari, e c’è chi tutti i giorni porta loro del pane secco da mangiare, nonostante il divieto delle guardie ecologiche volontarie, che presidiano il territorio da via Selvanesco al Ronchetto delle Rane. D'altronde, negli scorsi giorni i roditori hanno trovato un inaspettato paladino nella deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla, da sempre schierata dalla parte degli animali: una sua foto con una nutria in braccio, con tanto di appello per salvare anche questi animali, ha attirato molti consensi, ma anche molte critiche.
L'Enpa: "Il problema è stato sottovalutato"
Anche gli agricoltori, che da tempo lamentano la progressiva distruzione degli argini, invitano a non dare da mangiare alle nutrie. Ora l’unica soluzione sembra l’applicazione della normativa lombarda, introdotta dopo che la nutria era uscita dal novero delle specie tutelate dalla legge 157/92. La legge del Consiglio regionale ha sancito la possibilità di utilizzare per l’abbattimento delle stesse armi comuni da sparo, da lancio e l’impiego di trappole. Una soluzione che, come dichiarato da Ermanno Giudici, presidente di Enpa, funge da tampone, anche se il problema è stato ed è sottovalutato: "Dovevano essere catturate ai tempi delle prime liberazioni".