“Le aziende investono più in tangenti che in innovazione”: la denuncia del procuratore di Milano
"Invece di investire in innovazione, le nostre imprese investono in tangenti". È la denuncia del procuratore di Milano, Francesco Greco, che ha ricordato la gravità del fenomeno della corruzione parlando alla presentazione del bilancio di responsabilità sociale 2018 degli uffici giudiziari milanesi.
A Milano boom di procedimenti per corruzione internazionale
"A Milano siamo pieni di procedimenti per corruzione internazionale e vediamo gli effetti negativi, sia nei confronti degli Stati vittime sia nei confronti delle imprese", ha detto il magistrato invitando poi a non essere "provinciali" e pensare che la corruzione esista soltanto "nel nostro Paese".
Greco: Tangenti a regimi corrotti hanno sostituito il colonialismo
Lo stesso Greco nel bilancio sociale della procura scrive che "a livello internazionale, al colonialismo si è andata via via sostituendo la corruzione che ha sostenuto regimi corrotti e dittatoriali, depredando per pochi spiccioli le risorse dei Paesi a scapito dello sviluppo democratico, economico e sociale di intere popolazioni mantenute a livello di povertà e costrette ad emigrare per fame".
Le tangenti internazionali e la politica della corruzione "sui grandi monopoli di risorse, infatti non esprime soltanto un contratto occulto che lega corrotti (rappresentanti e ministri di governi) e corruttori (dirigenti di società multinazionali)", spiega il capo della procura che negli ultimi anni si è occupata di diversi casi di questo genere, tra cui i processi Eni Nigeria ed Eni-Saipem in Algeria.
Un circolo vizioso da combattere
"Tale sistema, in altre parole, non si limita a danneggiare il loro business o la loro reputazione, ma costituisce un meccanismo consolidato che incide direttamente o indirettamente sulla popolazione dei Paesi coinvolti, razziandone le risorse necessarie allo sviluppo socio-economico e peggiorandone, di conseguenza, le condizioni di vita", sottolinea ancora il procuratore Greco nel documento, parlando di un "circolo vizioso" che la procura "è impegnata, nell'ambito delle proprie competenze, a combattere".