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Lago di Como, 4 arresti per tangenti sugli appalti delle paratie di contenimento

Un dirigente comunale, un architetto e un imprenditore edile sono stati arrestati per un presunto giro di tangenti e corruzione, per l’aggiudicazione degli appalti per la costruzione delle paratie di contenimento sul lungolago di Como. Intanto i cantieri continuano a rimanere bloccati deturpando il paesaggio, tra le proteste dei cittadini.
A cura di Valerio Renzi
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Sono quattro le ordinanze di custodia cautelare eseguite questa mattina dagli agenti della Guardia di Finanza di Como, all'interno dell'inchiesta sulle presunte tangenti sugli appalti per la costruzione delle paratie sul lungolago. Perquisizioni in corso nelle province di Como e Torino. Gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria hanno trasferito in carcere Pietro Gilardoni, dirigente comunale accusato di abuso in atti d'ufficio e corruzione, e un architetto accusato di corruzione, mentre agli arresti domiciliari è finito Antonio Ferro, anche lui dirigente del comune di Como.

L'inchiesta si è concentrata sul cantiere per il così detto "Mini-Mose", le paratie di contenimento progettate per il Lago di Como, aperto nel 2008 e bloccato dal 2011 deturpando il paesaggio, tra le proteste e l'indignazione dei cittadini. La Provincia di Como ha anche fatto stampare 110.000 cartoline che, indirizzate a Renzi, chiedono al premier in persona di mettere fine a questa incresciosa situazione

La vicenda riguarda il cantiere bloccato sul lago di Como e il recinto di legno e grate di ferro che copre il panorama. Una situazione che dal 2008, ha trasformato uno dei posti più suggestivi d'Italia in una passeggiata della vergogna, e che ha provocato la reazione dei cittadini. Tanto da partecipare in massa all'iniziativa della Provincia di Como che ha fatto stampare 110mila cartoline indirizzate al premier Matteo Renzi affinché arrivi una soluzione.

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