Circolano foto in rete gravide di commenti infuocati: ritraggono dei bambini che dormono a terra su dei cartoni. Emerge che sono alla stazione di Milano. E che si tratta di profughi siriani. Per Silvia Sardone che si definisce mamma, giuslavorista, membro segreteria Forza Italia Lombardia, eletta a Milano, leader Movimentisti, segretario FI Sesto, sono delle parole chiave per avere un ampio spazio sui media: "Da mamma ho trovato indegno trovarmi di fronte a queste immagini” dice.
Tuttavia nessuno l'ha mai vista circolare o chiedere informazioni né ai volontari, né a Save the Children, né alla cooperativa Universis del Comune di Milano che accolgono alla stazione famiglie di siriani in fuga dai massacri e in transito verso il Nord Europa. Anziché inorgoglirsi appunto, Sardone si vergogna invece dell'assistenza fornita ai siriani, e aggiunge: “Queste foto rilanciano il tema di un'Italia ormai non più in grado di sostenere il flusso di immigrati e profughi in maniera tranquilla e organizzata”.
Quanto – di ottimo dal punto di vista organizzativo e umano – accade al “mezzanino della stazione di Milano”, lo spiega Susy Iovieno che coordina i volontari: un presidio permanente dalle 9 alle 12, ogni giorno, che si occupa prevalentemente della distribuzione del cibo. Dai sei ai dieci, i volontari si alternano con almeno tre operatori del comune. A questi si aggiungono gli operatori di Save the children, almeno quattro o cinque impegnati a intrattenere e far giocare i bambini. Ogni giorno c'è un pediatra volontario che visita uno per uno tutti i bambini che sono malgrado le traversie, in ottima salute. Questo avviene anche grazie a un mediatore culturale: “tengo a precisare” dice Susy “che la Marina militare non ha mediatori culturali. Gli S.O.S che arrivano dai barconi sono captati e tradotti da altri volontari”.
Ma di che foto si tratta allora? “Francamente ho dei dubbi di come siano state fatte quelle foto. I siriani hanno una cura per i loro bambini almeno quanto la nostra. Sono sicura che i genitori fossero a pochi metri. Certo c'è da dire che queste famiglie arrivano sfinite a Milano, all'alba, dopo ore di viaggio, sbarcati dalle città del sud Italia: da Brindisi, Catania, Vibo Valentia, Salerno, Napoli, Palermo… A quell'ora, ma questo non esiste neanche a Amsterdam, non c'è ancora nessuno che li accolga. Anche stamattina c'erano degli uomini buttati a terra: dormivano sfiniti. Ma non sono di certo abbandonati. E' una questione di pochissime ore, poi arriviamo noi e li smistiamo nei centri di accoglienza. Nei tempi che richiedono queste operazioni, sono nutriti, assistiti e accolti. I bambini sono sorvegliatissimi e intrattenuti, al punto che altri bambini spesso si fermano qui e vogliono giocare con i bimbi siriani”.
Quasi tutti i profughi transitano per Milano verso il Nord Europa: “Sanno che è l'unica città che li assiste. La mattina diamo la prima accoglienza, poi passa il pediatra e si inizia la registrazione con gli operatori, e dopo due tre ore, si inizia tramite la cooperativa Universis alla registrazione nei vari centri di accoglienza. Il presidio dovrebbe finire alle 9 di sera, ma spesso termina all'una di notte. Sono sconcertata che sia agenzie stampa che importanti quotidiani abbiano solo commentato delle foto, senza chiedere e informarsi..Chi ha dato la notizia? Silvia Sardoni, mi pare che non sia la prima volta che cavalca sciocchezze, senza verificarle. Ne fece una simile con i cani avvelenati a parco Sempione. Invece deve solo fare una cosa, insieme ai giornalisti: venire qui di persona, vedere cosa accade, parlare con chi sta qui, e magari la Sardoni potrebbe portare i suoi bambini, da mamma, a farli giocare con i piccoli siriani. Qui nessuno l'ha mai vista. Per fortuna a noi, tutti ci vedono, e sanno cosa facciamo”.