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La storia di Alex, il cucciolo senza zampe: via alla raccolta fondi per le protesi bioniche

Il piccolo Alex, cucciolo di pastore australiano, è nato con una grave malattia genetica che ha costretto il veterinario ad amputargli tre zampette andate in necrosi. Partita la raccolta fondi per pagargli le protesi bioniche che gli permetteranno di tornare a camminare: servono cinquemila euro.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Una grave malattia genetica, non curabile, ha costretto la veterinaria ad amputargli tre zampe. Ma ora per lui si è riaccesa la speranza di poter tornare a passeggiare, grazie a delle protesi bioniche che gli verranno impiantate dai medici veterinari dopo un'accurata fase di terapia pre e post-operatoria. E sul web è già partita una raccolta fondi per il piccolo Alex, questo il nome del cucciolo di pastore australiano coinvolto in questa vicenda, visto che le cure non sono certo economiche: servono infatti almeno cinquemila euro.

La sua storia è iniziata a Napoli, dove il cucciolo è nato: ma pochi giorni dopo la nascita, la scoperta della malattia genetica non curabile, la MDR1, che è tipica dei pastori australiani. La veterinaria napoletana Alessandra Gentile lo ha salvato, ma tre zampette erano già andate in necrosi ed è stato necessario amputargliele. Poi però è partita la gara di solidarietà per donargli le zampette bioniche: da Corvino San Quirico, nel Pavese, è partita la raccolta organizzata dal Progetto Wonderdogs, che si occupa proprio di educazione, rieducazione ed inserimento di cani disabili in tutta Italia. Il percorso non sarà semplice: servono almeno 2.600 euro per le protesi provvisorie, poi arriveranno quelle definitive che però non saranno installate fino al compimento del primo anno di età. Ma intanto, il piccolo Alex, come mostrato dai volontari del progetto Wonderdog, ha già iniziato a "sgambettare" con le protesi provvisorie. E tra coloro che si sono offerti di aiutarlo, oltre alle offerte economiche è arrivata anche un'offerta di tutt'altro tipo: una piscina del Pavese lo ospiterà per la riabilitazione post-intervento. Insomma, la strada è lunga, ma per il piccolo Alex il futuro sembra di nuovo a portata di zampa.

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