La Regione taglia i servizi per il diritto allo studio, gli studenti: “Scelta scellerata”

Dopo i ripetuti allarmi sui tagli agli Enti locali e l'annuncio dei 155 milioni di euro in meno al settore dei trasporti pubblici da parte della Regione Lombardia, arriva la notizia di un nuovo colpo di forbici dal Pirellone, questa volta nel campo dell'istruzione. Prevista infatti una riduzione del 40 per cento dei fondi da destinare agli enti che erogano ogni anno i servizi agli studenti universitari in difficoltà economiche. Una misura radicale, che fa tremare migliaia di ragazzi universitari, il cui diritto allo studio è spesso garantito solo da queste forme di sostentamento. Una decisione derivante sempre dal cosiddetto patto di stabilità, secondo il quale, così come dichiarato dalle commissioni del Consiglio regionale lombardo, saranno tagliati 6 milioni di euro sui 15 totali erogati ogni anno. Nel merito della questione è intervenuta Valentina Aprea, assessore regionale all'Istruzione, che ha rassicurato i cittadini e ancor più i giovani studenti, spiegando che non si tratterebbe ancora di cifre ufficiali. Anche Marcello Fontanesi, ex rettore della Bicocca e presidente del Cidis, il consorzio universitario per il diritto allo studio che gestisce le borse di studio per Statale, Bicocca e Insubria, spera in una revisione dei tagli: "Se queste cifre dovessero essere confermate il sistema entrerebbe in grossa difficoltà, anche perché le risorse già oggi sono scarse. Qui si tratta di fondi di funzionamento e non per le borse di studio che sono un'altra voce di bilancio. Si tratta di spese per la gestione delle residenze: dalle mense agli alloggi. E molte di queste spese non possono essere tagliate perché derivano da contratti firmati a seguito di bandi. Il dialogo con l’assessore Aprea è però continuo, sono fiducioso che una soluzione si possa trovare".
Gli studenti: "Scelta scellerata, la Regione intervenga"
Presto sono intervenuti anche gli studenti, che "capitanati" da Davide Martucci, rappresentante nel Consiglio di amministrazione del Cidis e coordinatore di Link, si sono attivati per una mobilitazione contro gli annunciati tagli: "Si tratta di una scelta scellerata da parte della Regione. Se la misura venisse confermata nel prossimo anno gli enti per il diritto allo studio, come Cidis oltre al taglio di ogni servizio non avrebbero neppure i soldi per pagare gli stipendi. Tagliare del 40 per cento il fondo di funzionamento Cidis che ammonta a 5 milioni 800mila euro significa eliminare tutti i servizi, anche quelli destinati a tutti gli studenti quali mense, prestito libri e corsi di inglese".