La piccola Emily, malata di covid a 11 giorni di vita: “È stato un calvario, ma ce l’abbiamo fatta”
"È stato un calvario, ma alla fine ce l'abbiamo fatta". I genitori della piccola Emily tutto si aspettavano, tranne che trascorrere i primi due mesi di vita della loro bimba impegnati in una battaglia con il coronavirus. Emily nasce il 29 febbraio all'ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo. Sono i primi giorni di emergenza e ancora non è chiara la portata del contagio. "Tutto era relativamente tranquillo. In reparto non c'erano tutte le protezioni. Nessuno aveva la mascherina all'epoca", racconta a Fanpage la mamma, Paola Bellotti. "Mi avevano detto di stare tranquilla perché il reparto era distante da quello per i pazienti covid, che erano ancora pochi".
Tutto sembra andare bene. Paola e suo marito Michele tornano a casa a Brusaporto con la loro primogenita. Ma dopo una settimana iniziano a manifestarsi i sintomi della malattia. Prima il papà con la febbre. Poi anche la bimba non sente bene. "Non mangiava e continuava a dormire. Facevo fatica a tenerla sveglia. Ho chiamato l'ospedale e mi hanno detto di aspettare, ma il mio istinto mi diceva di preoccuparmi – ricorda Paola – Sono andata al pronto soccorso e l'hanno visitata: i parametri erano buoni, ma Emily aveva difficoltà a respirare. L'hanno ricoverata e, visto che si trattava di un sospetto caso di covid, non mi hanno permesso di restare con lei. Lasciare la mia bambina di soli 11 giorni è stato davvero angosciante".
Il giorno dopo arriva il risultato del tampone, è positivo. "Non me lo aspettavo, noi non eravamo mai usciti di casa, avevamo evitato ogni contatto anche con i parenti", racconta Paola. Per sedici giorni la piccola rimane ricoverata nel reparto di terapia sub intensiva. Respira da sola, ma viene alimentata artificialmente. Per la neo mamma sono ore difficili: "Mattina e sera parlavo con gli infermieri e i medici per avere aggiornamenti. Vivevo con il telefono accanto. Ci mandavano fotografie per mostrarci che stava bene e non era in pericolo di vita. Ma non è stato facile: iniziavamo appena a prendere confidenza con la nuova vita e tutto si è interrotto così presto. Anche per i medici era tutto nuovo, non sapevano nemmeno loro cosa aspettarsi". Nel frattempo anche Paola si ammala. Febbre e stanchezza, dolori muscolari, tutti i sintomi del contagio. Me né lei né il marito riescono a ottenere il tampone, nemmeno con una neonata in ospedale.
Il 27 marzo Emily sta meglio e può tornare a casa. Non ha più sintomi, ma il virus non se ne vuole andare. "Andavamo in ospedale per i controlli ogni settimana, il tampone era sempre positivo. Alla vigilia di Pasqua la bimba ha avuto nuove difficoltà respiratorie e siamo tornati al pronto soccorso. L'hanno tenuta una notte e ha avuto un picco di febbre, così è stata ricoverata di nuovo per sicurezza. È stato difficile, la bambina si era appena abituata di nuovo a stare con noi, lasciarla per la seconda volta è stata ancora più dura. Mi hanno aiutato le infermiere, che mi hanno rassicurato".
Ci vogliono quasi cinquanta giorni, ma alla fine Emily con l'aiuto di medici, infermieri e operatori vince la sua battaglia. "Il 23 e il 27 aprile i tamponi, gli ultimi due dei nove totali che ha fatto, sono risultati negativi", raccontano i genitori, "ora vogliamo dimenticare questa brutta esperienza e goderci la nostra bimba".