La lettera aperta dei medici di una Rsa: “Abbandonati nell’emergenza, serve aiuto e mandano i Nas”
"Siamo un gruppo di medici, quasi tutti geriatri, che hanno scelto di dedicarsi alla cura delle persone anziane". Inizia così la lettera aperta del personale medico di una grande Rsa della provincia di Milano, la Fondazione Castellini di Melegnano, una delle case di riposo finite sotto indagine per la diffusione del coronavirus che ha provocato migliaia di contagi e decessi in tutta la Lombardia. I medici non ci stanno a fare la parte del capro espiatorio, rispondono alle accuse e attaccano le istituzioni. "Sentiamo il bisogno di far sapere quanto ci sentiamo feriti dal martellamento mediatico sulle Rsa, come fossero luoghi dove gli anziani vengono lasciati morire senza cure", scrivono otto medici che lavorano nella struttura del Milanese.
"Ci chiediamo come si stato possibile che nessuna istituzione abbia riflettuto sul fatto che le Rsa sono un concentrato di popolazione a rischio. Tutti si sono dimenticati di noi, salvo accorgersene solo adesso che, chissà come mai, tanti anziani sono deceduti". I medici denunciano senza mezzi termini il senso di abbandono da parte delle autorità che avrebbero dovuto proteggere le persone più anziane. "Dov'erano le istituzioni quando chiedevamo tamponi che non ci venivano dati se non con il contagocce? Quando i nostri impiegati dell'ufficio acquisti cercavano spasmodicamente di procurare per noi mascherine e dispositivi di protezione introvabili? Quando gli ordini non andavano a buon fine perché il materiale veniva bloccato per essere destinato agli ospedali?"
La lettera aperta prosegue con altri interrogativi. "Dov'erano le istituzioni quando sono scoppiati i focolai nei nostri reparti e siamo stati lasciati soli a gestire l'emergenza? Quando i nostri colleghi si sono ammalati prestando servizio ai pazienti?". E di fronte all'annunciata strage, mentre in televisione si susseguivano i bollettini di malati e morti in tutta la Lombardia, la dgr del 30/03/2020 emanata da Regione Lombardia, la stessa che prevedeva l'accoglienza dei malati covid-19 nelle residenze sanitarie assistenziali, stabiliva che i pazienti più anziani fossero curati nelle case di riposo e non portati in ospedale. "Non solo ci dicono che è ‘opportuno' non mandare i nostri pazienti (eticamente discutibile) ma addirittura ci suggeriscono ovvietà" come le procedure per la sedazione terminale, sottolineano i geriatri, "come se non le sapessimo già".
"Ora sentiamo che si aprono fascicoli in Procura e che arriveranno i Nas a controllare cosa succede nelle Rsa", concludono gli autori della lettera, "perché non hanno pensato di mandarci consulenti infettivologi e fornirci una formazione specifica?". Infine l'invito alle autorità: "Vengano a vedere con quanta cura affrontiamo questa malattia. Questa battaglia l'abbiamo persona, ma intendiamo vincere la guerra".