Istruzione: la Regione Lombardia taglia i fondi, ma non alle scuole private

La Regione Lombardia taglia i fondi all’istruzione, ma risparmia e anzi agevola ulteriormente chi si può permettere le scuole private. Il bilancio dell'assessorato all'Istruzione è stato infatti ridotto di 36 milioni di euro rispetto allo scorso anno. Ma nell'ultima delibera varata dalla giunta Maroni è arrivata una sorpresa: i contributi alle famiglie che iscrivono i propri figli alle scuole private non sono stati toccati, anzi: in alcuni casi sono addirittura aumentati. Tutto questo, nonostante un contenzioso legale in corso: una sentenza del Tar della Lombardia ha dichiarato infatti illegittima la disparità di trattamento fra gli studenti della scuola statale e paritaria sui buoni scuola erogati, rendendo così plausibile un maxi-risarcimento dal Pirellone a tutte le famiglie – 20mila le firme dei genitori raccolte – che hanno aderito alla class action.
Una disparità di trattamento ingiustificata
Dalla Regione, l’assessore all'Istruzione Valentina Aprea fa sapere che la situazione è stata contenuta e i danni limitati: "Ho fatto il miracolo di aver trasformato i limiti in una grande opportunità, anticipando molte novità che si stanno predisponendo a livello nazionale, in particolare sul tema dell’apprendistato". Nel dettaglio, i 36 milioni di euro in meno andranno a toccare specialmente l’impegno sul diritto allo studio universitario, dai servizi di mense agli alloggi ex Isu, o ancora nel sistema di istruzione e formazione professionale, che ogni anno interessa quasi 50mila studenti fra i 15 e i 18 anni che si iscrivono ai centri di formazione professionale della Regione.
Sul fronte dell'opposizione Fabio Pizzul, del Pd, accusa il Pirellone: "Capiamo che il sistema delle scuole private sia in difficoltà ma un provvedimento del genere lascia davvero perplessi". Idem il Movimento Cinque Stelle: "Non c’è alcuna giustificazione assennata per l’incostituzionale disparità di trattamento delle erogazioni economiche a coloro che frequentano una scuola paritaria rispetto a coloro che frequentano la statale, pur a fronte della medesima necessità e della medesima situazione di bisogno economico. Il centrodestra reitera ancora una volta una vera e propria iniquità sociale mascherandola con una libertà di scelta permessa solo a chi non ha problemi economici", ha spiegato Paola Macchi.