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Intervento record al San Matteo di Pavia: trapiantato un fegato prelevato da un 86enne

Un “piccolo record” come è stato definito dagli stessi responsabili del centro trapianti il prelievo avvenuto al Policlinico San Matteo di Pavia a fine agosto: il fegato di un uomo di 86 anni è stato prelevato e trapiantato con successo a un paziente di 55 anni dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano affetto da insufficienza epatica.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Un vero e proprio intervento record quello avvenuto al Policlinico San Matteo di Pavia dove è stato effettuato un trapianto di fegato prelevato da un uomo di 86 anni: un'età "anomala" se così si può dire per questo tipo di donazione se si considera che l'organo prelevato era in ottime condizioni. Un'operazione perfettamente riuscita iniziata con il prelievo del fegato e dei tessuti oculari all'uomo di 86 anni deceduto in seguito a un trauma cranico, nella notte tra il 27 e il 28 agosto. Questi ultimi sono stati conferiti nella "Banca degli Occhi" del Policlinico, mentre il fegato è stato trapiantato con successo su un paziente dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano: l'uomo, un 55enne con una insufficienza epatica, è stato operato e ha così preso parte a questo "piccolo record", così come lo ha definito Andrea Bottazzi, coordinatore del Centro Donazioni e Trapianti del San Matteo.

Donare gli organi è un atto di profonda generosità

Record che si concretizza dopo una lunga serie di numeri registrati nello stesso ospedale nei mesi di luglio e agosto dove si sono registrati trentaquattro donatori di cornee e tessuti oculari (la media nel corso dell'anno è di 9 al mese), cinque donatori multiorgano e multitessuto (compreso l'86enne che ha donato il fegato), oltre al prelievo di un cuore, un pancreas, due fegati e otto reni. Gli organi sono stati trapiantati su pazienti in tutto il territorio nazionale. Ciò nonostante quello dei trapianti è un "sistema" che vive da sempre una sofferenza per la grande differenza che permane tra la domanda e l'offerta di organi, così come spiegato dallo stesso Bottazzi: "L'offerta dipende esclusivamente da un atto di profonda generosità di chi muore in Terapia Intensiva e delle loro famiglie –  spiega – quello che conta è avere la piena consapevolezza che non esistono limiti, se non quelli legati alla sicurezza del trapianto, quando si parla di organi e tessuti. Un gesto di generosità, anche in età avanzata o in condizioni cliniche ritenute non buone, può dare la vita ad altri”.

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