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Insulti razzisti dall’avversario in un torneo per 13enni: l’allenatore ritira la squadra

Un insulto razzista, rivolto da un avversario a un ragazzo di 13 anni durante un torneo di calcio per giovanissimi: per questo motivo l’allenatore del Pontisola decide di ritirare la squadra dalla competizione.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le offese e gli insulti razzisti di un giovane calciatore ai danni di un avversario, di soli 13 anni, per il suo colore della pelle. Poi la partita va avanti normalmente, fino alla fine, quando l’allenatore del Pontisola nota che il suo giocatore si rifiuta di stringere la mano all’avversario. Gli altri piccoli calciatori della sua squadra allora gli spiegano quanto avvenuto e la reazione del coach è immediata: ritirare la sua squadra. La vicenda viene raccontata da Il Giorno e spiega cosa ha deciso Igor Trocchia, allenatore del Pontisola, dopo l’episodio – avvenuto il primo maggio – di razzismo in campo.

La partita era quella tra il Pontisola e il Rozzano, in un giorno di festa, durante un torneo riservato alla categoria esordienti (nati nel 2005) che si teneva a Ponte San Pietro, nel bergamasco. Durante l’incontro, però, il clima di festa viene rovinato dagli insulti di un giovane giocatore del Rozzano che offende l’attaccante della squadra avversaria per il colore della sua pelle. Così si arriva alla decisione dell’allenatore: “Giochino gli altri, noi ce ne andiamo”.

La squadra viene ritirata dal torneo nonostante stesse vincendo: avrebbe dovuto disputare la sua quarta sfida. Eppure tutti i ragazzi sono d’accordo con la scelta del mister, così come lo è anche la dirigenza che ringrazia l’allenatore per il gesto e per questa scelta definita coraggiosa e giustissima. All’inizio gli avversari e il pubblico non capiscono, mentre il tecnico del Rozzano richiama l’autore del gesto che si è scusato, ma che viene comunque punito dalla sua squadra con un mese di sospensione.

La versione del Rozzano è stata poi espressa attraverso un comunicato:

Non è nostra intenzione né minimizzare l’accaduto né giustificare ciò che risulta essere ingiustificabile. Il ragazzo ha offeso l’avversario con la frase che tutti conoscete, lo stesso accortosi del tremendo sbaglio commesso si è avvicinato per chiedere scusa, scuse che non sono state accettate dall’avversario (scelta più che comprensibile). Il nostro mister ha subito preso un’importante decisione ovvero mandare il ragazzo a fare la doccia comunicandogli che la sua giornata calcistica sarebbe finita. Il nostro presidente Marco Capitelli, che era sugli spalti ignaro di quanto fosse successo, si è recato negli spogliatoi del Pontisola per porgere le scuse a nome di tutta la società al ragazzo offeso. Ha pure espresso il suo parere contrario all’abbandono del torneo al mister del Pontisola, considerato che l’unico colpevole dell’ingiuria era stato già allontanato dal campo e nessun altro atleta aveva avuto un comportamento irrispettoso verso altri giocatori. Il nostro presidente ha poi contattato il collega del Pontisola per porgere le scuse ufficiali a nome della società. Stessa cosa da parte della famiglia del nostro tesserato che si è scusata con tutti e condivide la decisione di aver sospeso dall’attività il figlio per un mese. Ma ricordiamo a tutti che stiamo parlando di un ragazzo di 13 anni che ha cercato immediatamente di scusarsi, ha ammesso di aver commesso il fatto, ha accettato l’allontanamento e compreso la sospensione da parte della società. Siamo certi che questa giornata se la ricorderà per molto tempo e sarà fonte di insegnamento.

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