Insulti e minacce social a Liliana Segre: la procura di Milano apre un’inchiesta
La procura di Milano ha aperto un'indagine per molestie e minacce per gli insulti fatti alla senatrice a vita Liliana Segre: il fascicolo, che è a modello 44, è contro ignoti. Si tratta di un'inchiesta aperta nel 2018 ma della quale è stata data notizia solo oggi dopo la diffusione dei dati da parte dell'Osservatorio Antisemitismo in merito ai numerosi messaggi razzisti e alle minacce social ricevute dalla senatrice. Circa 200, destinati quotidianamente alla Segre che contengono riferimenti antisemiti o incitano all'odio razziale.
"Questa (…) ebrea di m. si chiama Liliana Segre, chiedetevi che ca..o ha fatto per diventare senatrice a vita stipendiata da noi ed è pro invasione? Hitler non ai (senza h Ndr) fatto bene il tuo mestiere", si legge nel report dell'Osservatorio antisemitismo che ha raccolto alcuni dei messaggi d'odio riferiti alla Segre e pubblicati sui social. Nonostante la senatrice a vita, oggi 89enne, non abbia nessun account sui social, è stata la prima firmataria di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza.
Io non odio gli odiatori, ho una grande pena per loro
Liliana Segre è sopravvissuta ad Auschwitz ed oggi testimone dell'Olocausto. Ed è proprio di antisemitismo e incitamento all'odio razziale, che ha parlato quest'oggi in un convegno a Milano dal titolo "Dal Binario 21 ad Auschwitz. Il linguaggio dell’odio: incontro con Liliana Segre", che si è tenuto all'Università Iulm. "Gli odiatori vanno curati: perdono il loro tempo, il tempo è prezioso, consiglio di non sprecarlo, ho una grande pena per loro", ha detto tra le altre cose la senatrice a vita a proposito degli hater durante l'incontro. "Io non odio gli odiatori – ha aggiunto la Segre – non sono capace di odiare. Ma non perdono e non dimentico, questa è un'altra cosa completamente".
Nei giorni scorsi il mondo della politica e non solo ha espresso la sua solidarietà alla senatrice a vita in merito ai messaggi e agli insulti social: dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati che ha parlato di "un insulto alla storia e alle istituzioni di un Paese che sul rifiuto dell'antisemitismo e sul ripudio della violenza ha eretto la sua architettura democratica e ritrovato la pace, la liberta' e il progresso" sino al premier Giuseppe Conte che ha annunciato che "inviterà tutte le forze politiche in Parlamento a mettersi d'accordo per introdurre norme contro il linguaggio dell'odio. Via social e a tutti i livelli".