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Influenza, a Milano picco di accessi al pronto soccorso: “C’è ancora tempo per vaccinarsi”

Gli ospedali milanesi hanno registrato un picco di accessi al pronto soccorso per casi di influenza nel periodo delle festività. Colpa dell’ondata stagionale di contagi, che ha costretto i medici a fare gli straordinari, anche se i numeri rimangono in linea con quelli degli anni passati. Al Niguarda le giornate più critiche sono state quelle tra il 27 e il 29 dicembre e poi ancora il 2 e il 3 gennaio. “L’anno scorso abbiamo avuto il picco dei contagi verso la fine del mese di gennaio”, ha spiegato a Fanpage.it il responsabile del centro vaccinale dell’Asst Niguarda, il dottor Maurizio Orso, “quindi ci sono ancora un paio di settimane in cui è possibile vaccinarsi ottenendo risultati”.
A cura di Simone Gorla
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Picco di accessi negli ospedali milanesi per colpa dell'annunciato arrivo dell'ondata stagionale di influenza. Al pronto soccorso di Niguarda si è verificato nelle giornate tra il 27 e il 29 dicembre e poi ancora il 2 e il 3 gennaio. Gli ingressi sono saliti dai 280 della media normale a circa 350-360 al giorno. Il picco, spiegano dall'ospedale, è legato anche (ma non esclusivamente) ai casi di influenza. Nessuna emergenza, ma un maggior numero di casi di contagio (e di conseguenza anche di ricoveri per complicazioni, soprattutto insufficienze respiratorie), in linea con i dati degli anni scorsi.

Milano, picco di accessi al pronto soccorso per l'influenza: aumenta il lavoro anche per i centri vaccinali

Il centro vaccinale dell'Asst Niguarda sta lavorando a pieno regime per fare fronte alle richieste. "È un periodo di intenso lavoro, come sempre in questa stagione. Quest'anno in particolare la percezione è che ci sia stato un incremento delle persone che si sono recate  a farsi vaccinare", ha spiegato a Fanpage.it il responsabile del centro vaccinale, il dottor Maurizio Orso, spiegando che per le persone anziane, i portatori di patologie croniche e le donne gravide è consigliabile il vaccino.

Ancora due settimane per potersi vaccinare

"L'immunizzazione avviene mediamente quindici giorni dopo l'inoculazione del vaccino, quindi considerando che l'anno scorso abbiamo avuto il picco dei contagi verso la fine del mese di gennaio – ha sottolineato – quindi ragionevolmente ci sono ancora un paio di settimane in cui è possibile farlo ottenendo risultati, più ci si porta verso la fine del mese e più si rischia che la vaccinazione sia inutile".

Il medico: andare in pronto soccorso solo in presenza di sintomi gravi

"Quello di quest'anno veniva descritto come un virus con una contagiosità molto alta, per le forme che aveva dato negli altri Paesi prima di arrivare da noi, ma per ora l'aggressività non è maggiore a quella dello scorso anno. Le complicanze ci sono sempre, una percentuale è da mettere in conto. Ma la percezione è che siamo in linea con la media", ha spiegato il responsabile del centro vaccinale, ricordando che prima di andare in pronto soccorso è sempre meglio rivolgersi al proprio medico.

I sintomi anche quest'anno sono quelli classici: febbre alta, dolore a ossa, muscoli e articolazioni, nausea e diarrea. "Se i sintomi rimangono contenuti, vale la pena di affidarsi al medico curante e aspettare almeno 24 o 48 ore – avverte il medico -. Se invece subentrano una cefalea importate, febbre molto alta, problemi psichici o una difficoltà a respirare, in questo caso un ricordo al pronto soccorso è assolutamente imprescindibile".

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