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Inchiesta per frode su mascherine-pannolino di Regione Lombardia: non proteggono dal virus

Sono truffa e frode nelle pubbliche forniture i reati ipotizzati dalla Procura di Milano, che ha aperto un fascicolo sulle ‘mascherine-pannolino’ ordinate da Regione Lombardia e realizzate dall’azienda Fippi di Rho. I dispositivi, per i quali il governatore Fontana aveva annunciato il via libera da parte dell’Iss, secondo gli inquirenti non sarebbero idonei a proteggere dal coronavirus. L’inchiesta è partita da una denuncia del sindacato Adl Cobas. L’assessore regionale Cattaneo: “Ha un potere filtrante dei virus pari al 52 per cento e di filtrazione batterica al 98 per cento, di gran lunga superiore alla media delle mascherine certificate”.
A cura di Redazione Milano
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Dovevano essere le mascherine ‘made in Lombardia' in grado di risolvere il problema della carenza di dispositivi di protezione, tanto che la Regione Lombardia ne aveva ordinati 5 milioni di pezzi. Ma sulla mascherine della Fippi di Rho indaga la Procura di Milano e i reati ipotizzati sono truffa e frode nelle pubbliche forniture. I dispositivi, finiti al centro di una denuncia di Adl Cobas che ha portato all'avvio delle indagini, non sarebbero idonei e non proteggerebbero dal coronavirus, perché il tessuto lascia passare facilmente l'aria.

Mascherine con il tessuto dei pannolini: la denuncia

Lo scorso 2 maggio si era saputo dell'apertura di un fascicolo da parte dei pubblici ministeri milanesi Mauro Clerici e Giordano Baggio sulle mascherine fornite dall'azienda rhodense, che ha riconvertito la produzione di pannolini su commissione di Regione Lombardia. L'obiettivo delle investigazioni era accertare l'idoneità dei dispositivi, i costi e la regolarità dell'aggiudicazione della fornitura. Era l'inizio di aprile quando il governatore Attilio Fontana annunciava (dopo la polemica sollevata dello stesso presidente lombardo che si era scagliato contro la presunta lentezza della burocrazia) il via libera dall'Istituto Superiore di Sanità per la produzione e la distribuzione delle mascherine su suolo lombardo. La prima reazione indignata era arrivata dal portavoce lombardo del sindacato Adl Cobas, Riccardo Germani, che aveva denunciato i prodotti scadenti e non sicuri. "Sono mutande per incontinenti, non mascherine", aveva affermato il sindacalista, parlando di "ennesima umiliazione nei confronti di chi sta prestando il suo lavoro nelle strutture sanitarie", oltre che di "un'offesa a chi svolge una professione sanitaria e mette a rischio ogni giorno la propria vita".

I dispositivi dati anche a medici e infermieri

"Fino a ieri la giunta sosteneva che l’Istituto Superiore di Sanità avesse dato il via libera, invece oggi viene messo nero su bianco come l’ISS avesse dato il via libera a Regione per l'appalto all'azienda di Rho (Milano), a condizione di un'assunzione unilaterale di responsabilità da parte della stessa azienda riguardo all'efficacia delle mascherine stesse", commenta il consigliere regionale Massimo De Rosa (M5S), secondo cui "Regione Lombardia avrebbe dovuto perlomeno controllare di non aver speso tempo prezioso e risorse pubbliche per quello che poi si sarebbe rivelato essere un ‘pacco'. O almeno avrebbe dovuto sincerarsi di non mandare in giro i nostri medici e i nostri infermieri con protezioni non in grado di proteggerli".

Assessore Cattaneo: Potere filtrante dei virus pari al 52 per cento

L'assessore all'Ambiente e Clima della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, che ha coordinato il progetto sulla creazione di una filiera per la produzione di mascherine lombarde, ha replicato al consigliere dell'opposizione . "L'Istituto Superiore di Sanità come previsto dal decreto varato dal suo Governo, concede le autorizzazioni basandosi sull'autocertificazione delle imprese. Se dopo oltre due mesi, l'Iss ha autorizzato solo poche decine di soggetti sarà perché ha svolto i controlli". Regione Lombardia assicura di avere verificato "attraverso i severi test del Politecnico di Milano" che il materiale con cui è prodotta la mascherina Fippi "ha un potere filtrante dei virus pari al 52 per cento e di filtrazione batterica al 98 per cento, di gran lunga superiore alla media delle mascherine certificate". La mascherina ordinata dalla Lombardia, conclude l'assessore, "non sarà certo la più bella esteticamente, ma non ci sono dubbi sulla capacità di protezione" mentre "tutti ci ricordiamo quelle mandate in un momento di estrema emergenza alla sanità lombarda dalla Protezione civile".

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