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In mostra a Milano la macchina da scrivere del giornalista Giancarlo Siani

La macchina da scrivere del giornalista napoletano Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra a 26 anni il 23 settembre 1985, è esposta al Museo della macchina da scrivere di Milano, in via Menabrea. Si tratta di una Lexicon 80 della Olivetti, con cui il giovane giornalista denunciò gli intrecci tra camorra e politica locale.
A cura di F.L.
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Su quella macchina da scrivere, in un'epoca in cui l'avvento dei computer era ancora lontano, Giancarlo Siani ha battuto incessantemente i tasti per comporre i suoi articoli di denuncia contro la camorra e gli intrecci tra crimine organizzato e politica locale. E adesso la sua Lexikon 80, prodotta dall'Olivetti, si può ammirare a Milano all'interno del Museo della macchina da scrivere (in via Menabrea 10).

Della Lexikon 80, progettata tra il 1948 e 1949 dall'architetto e designer Marcello Nizzoli in collaborazione con l'ingegner Giuseppe Beccio, sono stati prodotti in totale 780mila esemplari in circa 11 anni. Uno è esposto anche al MoMA di New York. Ma per tutti i giornalisti – e non solo – il modello esposto nella struttura fondata da Umberto Di Donato ha un valore particolare. Diede forma scritta alle idee di un giovane professionista (aveva 26 anni quando fu ucciso) che decise di fare il suo mestiere fino in fondo: un "giornalista giornalista", assassinato per questo dalla camorra il 23 settembre del 1985. Una vicenda che presenta ancora lati oscuri, nonostante cinque condanne definitive per i tre mandanti e i due esecutori materiali del delitto.

È stato il fratello di Giancarlo, Paolo, a concedere al museo un oggetto così significativo per la memoria del giornalista. Molti degli articoli di Siani sono oggi raccolti nel libro da poco pubblicato "Fatti di camorra – Dagli scritti giornalistici" (edito da IOD con prefazione di Roberto Saviano e una nota di Enzo Iacopino, presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti).

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