“In Lombardia negozi aperti dalle 11 di mattina”: la proposta di Fontana per evitare l’affollamento
Riaprire i negozi della Lombardia a partire dal 18 maggio, ma con un orario differenziato e solo a partire dalle 11 di mattina, dopo che il traffico dell'ora di punta è stato smaltito. È la proposta presentata dal presidente della Regione, Attilio Fontana, per consentire la ripresa dell'attività degli esercizi commerciali non alimentari. Il governatore lombardo ha presentato l'idea al premier Giuseppe Conte all'interno del piano per la "nuova normalità" nella fase 2.
Il governatore: Dobbiamo spalmare l'orario di inizio per evitare affollamento
"Io sono convinto che dobbiamo spalmare l'orario di inizio del lavoro, che deve andare dalle 8 a mezzogiorno", ha ribadito ieri Fontana a Centocittà, su Rai Radio 1. "La richiesta che io sto facendo da tempo e che spero venga presa in considerazione anche dai sindacati oltre che dal Governo è la strada giusta. Noi abbiamo dimostrato in questi due giorni che se la ripartenza è graduale funziona tutto. Ci può fare anche il distanziamento sui mezzi di trasporto pubblico, non ci sono problemi e le cose vanno bene. È chiaro – ha aggiunto – che se noi dal 18 maggio ripartiremo con il commercio e le attività che fino a oggi sono state chiuse, il rischio che nelle ore di punta si possa creare affollamento c'è".
Aiuti alle micro e piccole imprese per 18 milioni
La giunta regionale ha intanto approvato un pacchetto di aiuti alle micro e piccole imprese che si chiama ‘Safe-Working – Io Riapro Sicuro'. Lo stanziamento ammonta a 18 milioni e 680 mila euro, di cui 15 milioni e 200 mila euro di Regione Lombardia e 3 milioni e 480 mila delle Camere di Commercio Lombarde. "L'intervento – ha spiegato Fontana – è finalizzato a sostenere gli esercizi commerciali e le micro e piccole imprese lombarde che sono state oggetto di chiusura obbligatoria in conseguenza all'emergenza epidemiologica Covid-19, per aiutarle a riaprire adottando le misure adeguate durante la ‘Fase 2' e ottenere giusti livelli di nsicurezza sia per l'impresa stessa con i suoi dipendenti sia per i clienti sia infine per i fornitori". I destinatari sono le realtà del commercio al dettaglio, dei pubblici esercizi (bar e ristoranti), dell'artigianato, del manifatturiero, dell'edilizia, dei servizi e dell'istruzione. Sono escluse le aziende che hanno proseguito l'attività e quelle che hanno deciso di introdurre il lavoro agile per tutti i dipendenti. L'aiuto consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto fino al 60 per cento delle spese ammesse per le piccole imprese e fino al 70 per cento delle spese per le micro imprese. Il contributo è concesso nel limite massimo di 25 mila euro. L'investimento minimo richiesto è pari a 2.000 euro.