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Covid 19

In Lombardia centinaia di casi di Coronavirus già prima di febbraio

In Lombardia “ci sono centinaia di casi che hanno avuto sintomi prima di febbraio”. Lo ha detto Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler, durante la conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità sull’andamento dell’epidemia di Covid-19. “Credo ci siano state introduzioni multiple del virus, e ciò spiega come mai al 20 febbraio ci siamo trovati già con centinaia di casi”.
A cura di Redazione Milano
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Coronavirus in Lomardia
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Nella Regione Lombardia ci sono stati centinaia di casi di Coronavirus già prima di febbraio. Lo ha detto Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler di Trento durante la conferenza stampa dell'Istituto superiore di sanità sull'andamento epidemiologico dell'epidemia di Covid-19. Secondo Merler ci sarebbero state "introduzioni multiple del virus, e ciò spiega come mai al 20 febbraio ci siamo trovati già con centinaia di casi", che avevano manifestato sintomi già da prima.

Lo studio a cui ha collaborato la Fondazione Bruno Kessler

Non è la prima volta che viene ipotizzato che il virus circolasse in Lombardia già prima del primo caso accertato, il "paziente 1 di Codogno", scoperto il 20 febbraio. Nello studio "The early phase of the COVID-19 outbreak in Lombardy, Italy", a cui lo stesso Merler aveva collaborato, era stato evidenziato come l'epidemia in Italia fosse iniziata molto prima del 20 febbraio e si fosse già diffusa in gran parte dei comuni del sud della regione, con centinaia di casi scoperti poi retrospettivamente. "A Codogno, i primi casi riportati hanno sviluppato sintomi verso la fine di gennaio 2o20", si legge nello studio, dove però si specifica anche che tra il contagio e la comparsa dei sintomi può intercorrere un arco di tempo talvolta lungo, anche di due settimane: il virus quindi probabilmente circolava già da gennaio.

Sul perché, nonostante un tasso di diffusione del contagio (l'indice R0) ormai stabilmente sotto l'1 (tra lo 0,2 e lo 0,7, in Lombardia il valore è 0,40) i tamponi positivi in Lombardia continuino ad essere tanti (solo ieri oltre mille), il ricercatore ha spiegato che il tampone si riferisce a infezioni anche molto lontane nel tempo: "Il tampone risultato positivo oggi ci dà una foto di quello che è successo nel passato", e che ci sono altri indicatori che vengono presi in considerazione dagli esperti, come il calo degli accessi in pronto soccorso o il calo delle terapie intensive. "Ci sono tanti indicatori che stanno raccontando tutti la stessa storia, anche in Lombardia", ha detto lo studioso rispetto ai dati incoraggianti forniti dall'Iss: "La situazione epidemiologica è nettamente migliorata", ha detto infatti il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, che ha sottolineato come la maggior concentrazione dei casi si abbia adesso nelle Rsa, nelle famiglie e al lavoro invitando alla cautela nelle misure di riapertura.

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